Pagina:Leopardi, Giacomo – Canti, 1938 – BEIC 1857225.djvu/220: differenze tra le versioni
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La mia favola breve è già compita, |
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E fornito il mio tempo a mezzo gli anni. |
E fornito il mio tempo a mezzo gli anni. |
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Petrarca. |
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Amici miei cari, |
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Firenze 15 Dicembre 1830. |
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Sia dedicato a voi questo libro, dove io cercava, come si cerca |
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Sia dedicato a voi questo libro, dove io cercava, come si cerca spesso colla poesia, di consacrare il mio dolore, e col quale al presente (né posso già dirlo senza lacrime) prendo comiato dalle lettere e dagli studi. Sperai che questi cari studi avrebbero sostentata la mia vecchiezza, e credetti colla perdita di tutti gli altri piaceri, di tutti gli altri beni della fanciullezza e della gioventú, avere acquistato un bene che da nessuna forza, da nessuna sventura mi fosse tolto. Ma io non aveva appena vent’anni, quando da quella infermità di nervi e di viscere, che privandomi della mia vita, non mi dà speranza della morte, quel mio solo bene mi fu ridotto a meno che a mezzo; poi, due anni prima dei trenta, mi è stato tolto del tutto, e credo oramai per sempre. Ben sapete che queste medesime carte io non ho potute leggere, e per emendarle m’è convenuto servirmi degli occhi e della mano d’altri. Non mi so piú dolere, miei cari amici; e la coscienza che ho della grandezza della mia infelicità, non comporta l’uso delle querele. Ho perduto tutto: sono un tronco che sente e pena. Se non che in questo tempo ho acquistato voi: e la compagnia vostra, che |
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spesso colla poesia, di consacrare il mio dolore, e col quale al |
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presente (né posso già dirlo senza lacrime) prendo comiato dalle |
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lettere e dagli studi. Sperai che questi cari studi avrebbero so¬ |
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stentata la mia vecchiezza, e credetti colla perdita di tutti gli altri |
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piaceri, di tutti gli altri beni della fanciullezza e della gioventù, |
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tura mi fosse tolto. Ma io non aveva appena vent’anni, quando |
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da quella infermità di nervi e di viscere, che privandomi della |
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mi è stato tolto del tutto, e credo oramai per sempre. Ben sa¬ |
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emendarle m’è convenuto servirmi degli occhi e della mano d’altri. |
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Non mi so più dolere, miei cari amici; e la coscienza che ho della |
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