Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, II.djvu/57: differenze tra le versioni
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disse piano a la fante: — O che dormiglione è questo! senti come sornacchia? — La Biga alora disse: — Madonna, non vi meravigliate, perché il povero padre deve esser stracco avendo tutta la quadragesima digiunato; ma voi bene lo svegliarete. Corcatevi pure a lato a lui e fate il fatto vostro. Io me n’anderò in costá ne la guarda camera e starò vigilante. — Si partí la fante, e la madonna entrata nel letto s’accostò al frate, ché cosí credeva. Il marito che punto non dormiva e fingeva fortemente dormire, non si muoveva, e sentendosi giá il corpo tutto muovere aspettava che la moglie lo destasse. Ella poi che molto dimenata si fu e che vide che punto l’amico non si svegliava, cominciò a tentarlo e dirgli pianamente: — Anima mia, svegliati e non dormir piú. — Il marito alora come da grave sonno svegliato — Oimè — disse — ch’io moro! oimè, che doglia è questa ch’io sento! — E dicendo queste parole stava boccone in letto dimenandosi e borbottando sotto voce come se egli si fosse sentito un grandissimo male. La donna che veramente credeva che quel che si doleva fosse il suo amante ed essergli avvenuto qualche strano accidente, se gli accostò per recarselo ne le braccia e fargli vezzi. Il che volendo ella fare, il marito che sentiva le pillole aver fatto buona operazione, tuttavia brontolando voltò le schene a la moglie e tutta nel petto e nel viso la spruzzò d’altro che d’acqua alanfa. E volendo ella dire: — Oimè, che cosa è questa? — egli alquanto alzate le parti posteriori lasciò andar un’altra cannonata e tutta l’avventò nel volto a la donna, di modo che ritrovandosi alora con la bocca aperta ne colse piú d’una gocciola. Fatto questo, messer Pancrati senza piú indugiare a la donna si rivoltò e cominciolla stranamente con pugni a scarmignare e pestarle gli occhi ed il viso, dicendole tuttavia con voce contrafatta: — Ahi rea femmina ribalda e scelerata che tu sei, tu m’hai avvelenato, tu m’hai morto! Ma io te ne pagherò, — e con le parole menava le mani graffiandola e pestandole l’ossa. La povera donna tutta pesta e d’altro che di zibetto impastata non osava gridare per non si far sentire a quelli di casa, ed avendone qualche gocciola ingozzata altro non faceva che |
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disse piano a la fante: — O che dormiglione è questo! senti |
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come sornacchia? — La Biga alora disse: — Madonna, non vi |
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meravigliate, perché il povero padre deve esser stracco avendo |
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tutta la quadragesima digiunato; ma voi bene lo svegliarete. |
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Corcatevi pure a lato a lui e fate il fatto vostro. Io me n’an- |
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derò in costà ne la guarda camera e starò vigilante. — Si parti |
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la fante, e la madonna entrata nel letto s’accostò al frate, ché |
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cosi credeva. Il marito che punto non dormiva e fingeva for¬ |
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temente dormire, non si muoveva, e sentendosi già il corpo |
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tutto muovere aspettava che la moglie lo destasse. Ella pòi |
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che molto dimenata si fu e che vide che punto l’amico non si |
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svegliava, cominciò a tentarlo e dirgli pianamente: — Anima |
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mia, svegliati e non dormir più. — Il marito alora come da |
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grave sonno svegliato — Oimè — disse — ch’io moro! oimè, che |
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doglia è questa ch’io sento! — E dicendo queste parole stava |
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se egli si fosse sentito un grandissimo male. La donna che |
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veramente credeva che quel che si doleva fosse il suo amante |
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ed essergli avvenuto qualche strano accidente, se gli accostò |
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per recarselo ne le braccia e fargli vezzi. Il che volendo ella |
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fare, il marito che sentiva le pillole aver fatto buona opera¬ |
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zione, tuttavia brontolando voltò le schene a la moglie e tutta |
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nel petto e nel viso la spruzzò d’altro che d’acqua alanfa. |
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E volendo ella dire: — Oimè, che cosa è questa? — egli alquanto |
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alzate le parti posteriori lasciò andar un’altra cannonata e |
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tutta l’avventò nel volto a la donna, di modo che ritrovan¬ |
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dosi alora con la bocca aperta ne colse più d’una gocciola. |
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Fatto questo, messer Pancrati senza più indugiare a la donna |
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si rivoltò e cominciolla stranamente con pugni a scarmignare |
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e pestarle gli occhi ed il viso, dicendole tuttavia con voce con¬ |
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trafatta: — Ahi rea femmina ribalda e scelerata che tu sei, tu |
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m’hai avvelenato, tu m’hai morto! Ma io te ne pagherò, — |
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e con le parole menava le mani graffiandola e pestandole Possa. |
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La povera donna tutta pesta e d'altro che di zibetto impastata |
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non osava gridare per non si far sentire a quelli di casa, ed |
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