Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/242: differenze tra le versioni

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rispondi, Appio: son nostri i figli nostri?
rispondi, Appio: son nostri i figli nostri?
Appio+ Scuso di madre i detti. A te rispondo,
;Appio
Scuso di madre i detti. A te rispondo,
e teco, a Roma intera. Ove son leggi,
e teco, a Roma intera. Ove son leggi,
tremar non dee chi leggi non infranse.
tremar non dee chi leggi non infranse.
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si tenta indarno. Amor di parte nullo
si tenta indarno. Amor di parte nullo
in me si annida. Al tribunal non venne
in me si annida. Al tribunal non venne
uom finor, che costei schiava esser dica. —
uom finor, che costei schiava esser dica. —
Ma voi, chi sete? o vero, o finto, il padre
Ma voi, chi sete? o vero, o finto, il padre
qual è della donzella?
qual è della donzella?
;Numit.
Numit.+10 Appio, e nol sai?
Appio, e noi sai?
Mirala ben: Virginia è il nome; il tragge
Mirala ben: Virginia è il nome; il tragge
dal genitore a te ben noto, e a Roma,
dal genitore a te ben noto, e a Roma,
ed ai nemici piú. Noi siam di plebe,
ed ai nemici piú. Noi siam di plebe,
e cen pregiamo: la mia figlia nacque
e cen pregiamo: la mia figlia nacque
libera, e tal morrà. Non dubbia prova
libera, e tal morrá. Non dubbia prova
dello schietto suo nascere ti sia,
dello schietto suo nascere ti sia,
l’averla a se prescelta Icilio sposa.
l’averla a se prescelta Icilio sposa.
Icilio+ Sappi, oltre ciò, ch’ella ad Icilio è cara
;Icilio
Sappi, oltre ciò, ch’ella ad Icilio è cara
piú assai che vita, e quanto libertade.
piú assai che vita, e quanto libertade.
Appio+ Per or, saper solo vogl’io, se nasce
;Appio
Per or, saper solo vogl’io, se nasce
libera, o no. L’esserti e sposa, e cara,
libera, o no. L’esserti e sposa, e cara,
cangiar non può sua sorte. — I torvi sguardi,
cangiar non può sua sorte. — I torvi sguardi,
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che ponno in me? Quale ella sia, ben tosto
che ponno in me? Quale ella sia, ben tosto
e Icilio, e Roma, giudicar mi udranno.
e Icilio, e Roma, giudicar mi udranno.
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Popolo, Littori.}}
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;Marco.
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D’Appio all’eccelso tribunale innanzi
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Marco.+ D’Appio all’eccelso tribunale innanzi
vengo, qual debbe un cittadin; seguaci
vengo, qual debbe un cittadin; seguaci
molti non traggo; e l’ampio stuol, che cinge
molti non traggo; e l’ampio stuol, che cinge
qui gli avversarj miei, già non m’infonde
quí gli avversarj miei, giá non m’infonde
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