Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/231: differenze tra le versioni

{{RigaIntestazione||{{Sc|la locandiera}}|219|s=si}}

{{sc|Ortensia}}. Cara amica, siete di poco spirito. Due commedianti avvezze a far sulla scena da contesse, da marchese e da principesse, avranno difficoltà a sostenere un carattere sopra di una locanda?

{{sc|Dejanira}}. Verranno i nostri compagni, e subito ci sbianchiranno<ref>''Gergo de’ commedianti, che vuol dire:'' ci scopriranno. {{Smaller|''[nota originale'']}}</ref>.

{{sc|Ortensia}}. Per oggi non possono arrivare a Firenze. Da Pisa a qui in navicello vi vogliono almeno tre giorni.

{{sc|Ortensia}}. Per mancanza di<ref>''Gergo:'' danari. {{Smaller|''[nota originale'']}}</ref> lugagni. È assai che siamo venute noî in calesse.

{{sc|Dejanira}}. È stata buona quella recita di più che abbiamo fatto.

{{Ct|c=scena|SCENA XIX.}}

{{ct|c=personaggi|Fabrizio ''e dette''.}}

{{sc|Fabrizio}}. Ed io le supplico a comandarmi. Ho servito altre dame: mi darò l’onor di servir con tutta attenzione anche le signorie loro illustrissime.

{{sc|Dejanira}}. (Ortensia queste parti le fa benissimo). {{Ids|(da sè)}}

{{sc|Fabrizio}}. Intanto le supplico, illustrissime signore, favorirmi il loro riverito nome per la consegna. {{Ids|(tira fuori un calamaio ed un libriccino)}}

{{sc|Fabrizio}}. Noialtri locandieri siamo obbligati a dar il nome, il casato, la patria e la condizione di tutti i passeggieri che alloggiano alla nostra locanda. E se non lo facessimo, meschini noi.

{{sc|Dejanira}}. (Amica, i titoli sono finiti). {{Ids|(piano ad Ortensia)}}

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