Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/241: differenze tra le versioni
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{{ZbPensiero|4287/3}} ''Naufragato, naufragé'' ec. per che ha naufragato. Vedi {{AutoreCitato|Egidio Forcellini|Forcellini}} ec. ''Scappato'' si dice volgarmente |
{{ZbPensiero|4287/3}} ''Naufragato, naufragé'' ec. per ''che ha naufragato''. Vedi {{AutoreCitato|Egidio Forcellini|Forcellini}} ec. ''Scappato'' si dice volgarmente anche in Toscana di un giovane licenzioso ec. ''Osé''. |
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{{ZbPensiero|4287/5}} ''Béqueter. Nutrire, nodrire-nutricare nodricare''. Vedi |
{{ZbPensiero|4287/5}} ''Béqueter. Nutrire, nodrire-nutricare, nodricare''. Vedi Forcellini. ''Frigere-fricasser''. |
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{{ZbPensiero|4287/6}} ''Fra, infra, tra, intra tanto |
{{ZbPensiero|4287/6}} ''Fra, infra, tra, intra tanto, entre tanto'' per ''in tanto, en tanto''. |
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{{ZbPensiero|4287/7}} ''Embraser'' co’ derivati. Aggiungasi al detto altrove, che le lettere ''br'' sogliono entrare nella composizione di voci dinotanti arsione ec. <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|4288}} |
{{ZbPensiero|4287/7}} ''Embraser'' co’ derivati. Aggiungasi al detto altrove, che le lettere ''br'' sogliono entrare nella composizione di voci dinotanti arsione ec. <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|4288}} |
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{{ZbPensiero|4288/1}}Come ''ignotus'' |
{{ZbPensiero|4288/1}}Come ''ignotus'' o ''notus'' per ''conoscente'', cosí viceversa ''conoscente'' spesso per ''conosciuto''; come: ''il dolor della morte degli amici e de’ conoscenti'' ec. ec. (Firenze, 17 settembre 1827). |
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{{ZbPensiero|4288/2}} La materia pensante si considera come un paradosso. Si parte dalla persuasione della sua impossibilità, e per questo molti grandi spiriti, come Bayle, nella considerazione di questo problema |
{{ZbPensiero|4288/2}} La materia pensante si considera come un paradosso. Si parte dalla persuasione della sua impossibilità, e per questo molti grandi spiriti, come Bayle, nella considerazione di questo problema non hanno saputo determinar la loro mente a quello che si chiama, e che per lo innanzi era lor sempre paruto, un’assurdità enorme. Diversamente andrebbe la cosa, se il filosofo considerasse come un paradosso, che la materia non pensi; se partisse dal principio, che il negare alla materia la facoltà di pensare è una sottigliezza della filosofia. Or cosí appunto dovrebbe esser disposto l’animo degli uomini verso questo problema. Che la materia pensi, è un fatto. Un fatto, perché noi pensiamo; e noi non sappiamo, non conosciamo di essere,<section end="2" /> |