Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XIV.djvu/99: differenze tra le versioni
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{{Ct|f=100%|v=2|t=3|L=1px|''NOTA STORICA'' }} |
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Scrive Goldoni nelle ''Memorie'' (I, XXXI) che a Colorno, residenza estiva della Corte parmense, conobbe il maestro Duni, che gli raccontò aver sofferto di vapori ipocondriaci, o come oggi si dice, di nevrastenia, al pari di lui. Era stato sino a Leida per consultare il sommo Boerhaave; dal quale s’ebbe lo stesso recipe che il dottor Baronio di Milano consegnò al nostro Carlo, quando per la morte improvvisa dell’attore Angeleri, corse dal teatro a casa agitatissimo, trasportato da fantasmi che Io soffocavano. «Trattate il vostro male» (ecco il recipe che Goldoni ci tramandò in versi nell’a. I sc. III della commedia, e in prosa nelle ''Mem''. II, XXII) «come un fanciullo che venga ad assalirvi con una spada alla mano; se non ci farete caso, non c’è alcun pericolo; ma se gli presentate il petto, v’ucciderà certamente» . Questo maledetto fanciullo, conchiude per proprio conto Goldoni, «di quando in quando ancora mi minaccia, e sono costretto a fare degli sforzi per disarmarlo» (''Mem''., ibid.); come a dire, conchiudiamo a nostra volta con {{AutoreCitato|Adolfo Albertazzi|Adolfo Albertazzi}}, ch’egli fu nevrastenico tutta la vita (nel Marzocco, Firenze 25 Febbr. 1907). |
Scrive Goldoni nelle ''Memorie'' (I, XXXI) che a Colorno, residenza estiva della Corte parmense, conobbe il maestro Duni, che gli raccontò aver sofferto di vapori ipocondriaci, o come oggi si dice, di nevrastenia, al pari di lui. Era stato sino a Leida per consultare il sommo Boerhaave; dal quale s’ebbe lo stesso recipe che il dottor Baronio di Milano consegnò al nostro Carlo, quando per la morte improvvisa dell’attore Angeleri, corse dal teatro a casa agitatissimo, trasportato da fantasmi che Io soffocavano. «Trattate il vostro male» (ecco il recipe che Goldoni ci tramandò in versi nell’a. I sc. III della commedia, e in prosa nelle ''Mem''. II, XXII) «come un fanciullo che venga ad assalirvi con una spada alla mano; se non ci farete caso, non c’è alcun pericolo; ma se gli presentate il petto, v’ucciderà certamente» . Questo maledetto fanciullo, conchiude per proprio conto Goldoni, «di quando in quando ancora mi minaccia, e sono costretto a fare degli sforzi per disarmarlo» (''Mem''., ibid.); come a dire, conchiudiamo a nostra volta con {{AutoreCitato|Adolfo Albertazzi|Adolfo Albertazzi}}, ch’egli fu nevrastenico tutta la vita (nel Marzocco, Firenze 25 Febbr. 1907). |
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