Pagina:Panzini - Viaggio di un povero letterato.djvu/88: differenze tra le versioni

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«Miseràbili carni vendute! — proseguiva io — viltà del mondo senza nome! dissipatrici dell’enorme lavoro dell’ uomo!»
«Miseràbili carni vendute! — proseguiva io — viltà del mondo senza nome! dissipatrici dell’enorme lavoro dell’ uomo!»


«Sempliciotto — rispondèvano loro. — Ci hai mai pensato? Pènsaci. E d’inverno e d’estate, e negli autunni squàllidi, e nelle albe di cènere, e attraverso tutti i terremoti, tutte le devastazioni, chi fiorisce eterna, e rìdente? Chi? Noi. Noi non siamo mai arruffate, mai inzaccherate, mai scalcagnate. Erette, lineate le cìglia, fìsse le labbra, impennacchiate, indiamantate.... Batta pure la neve! noi siamo il sole dell’uomo. Il nostro splendore attraversa l’ora grìgia del mondo. Ci siamo profumate per vìncere le putrèdini. Ridiamo per deviare le vostre tristezze. Sempliciotto, ci vuoi misurare le spese? Oi vuoi fare i regolamenti? Va a scuola!»
«Sempliciotto — rispondèvano loro. — Ci hai mai pensato? Pènsaci. E d’inverno e d’estate, e negli autunni squàllidi, e nelle albe di cènere, e attraverso tutti i terremoti, tutte le devastazioni, chi fiorisce eterna, e rìdente? Chi? Noi. Noi non siamo mai arruffate, mai inzaccherate, mai scalcagnate. Erette, lineate le cìglia, fìsse le labbra, impennacchiate, indiamantate.... Batta pure la neve! noi siamo il sole dell’uomo. Il nostro splendore attraversa l’ora grìgia del mondo. Ci siamo profumate per vìncere le putrèdini. Ridiamo per deviare le vostre tristezze. Sempliciotto, ci vuoi misurare le spese? Ci vuoi fare i regolamenti? Va a scuola!»