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pittori hanno disegnato i figurini delle nostre toillttes; i guerrieri fanno la guerra anche per noi; le teste dei legislatori spesso hanno servito da cuscinetto alle nostre scarpine. I poeti sono i nostri reclamisti».

La biondina, dormiente, esponeva graziose scarpette d’oro, tutte brillantate.

«Miseràbili carni vendute! — proseguiva io — viltà del mondo senza nome! dissipatrici dell’enorme lavoro dell’ uomo!»

«Sempliciotto — rispondèvano loro. — Ci hai mai pensato? Pènsaci. E d’inverno e d’estate, e negli autunni squàllidi, e nelle albe di cènere, e attraverso tutti i terremoti, tutte le devastazioni, chi fiorisce eterna, e rìdente? Chi? Noi. Noi non siamo mai arruffate, mai inzaccherate, mai scalcagnate. Erette, lineate le cìglia, fìsse le labbra, impennacchiate, indiamantate.... Batta pure la neve! noi siamo il sole dell’uomo. Il nostro splendore attraversa l’ora grìgia del mondo. Ci siamo profumate per vìncere le putrèdini. Ridiamo per deviare le vostre tristezze. Sempliciotto, ci vuoi misurare le spese? Ci vuoi fare i regolamenti? Va a scuola!»