Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/31: differenze tra le versioni
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provavi rimorso; dicevi che Dio ti aveva castigato forse per questo tuo peccato. |
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— Io sono un galantuomo! |
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— Ed io sono un ladro, forse? — gridò Antoni Maria, offeso. — Forse ti consiglio di rubare? Di deporre il falso? Gerusalè, — aggiunse, abbassando la voce e riprendendo il suo accento di filosofo ironico, |
— Ed io sono un ladro, forse? — gridò Antoni Maria, offeso. — Forse ti consiglio di rubare? Di deporre il falso? Gerusalè, — aggiunse, abbassando la voce e riprendendo il suo accento di filosofo ironico, — sai cosa devo dirti? Che noi siamo quasi sempre disgraziati perchè non sappiamo afferrar la fortuna quando ci si presenta. |
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— Quello che tu mi proponi non è una fortuna; anzi per me, sarebbe un castigo. |
— Quello che tu mi proponi non è una fortuna; anzi per me, sarebbe un castigo. |