Pagina:Deledda - La giustizia, Milano, Treves, 1929.djvu/152: differenze tra le versioni
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Seduto al piano Stefano suonava per ingannare il tempo dell’interminabile sera d’agosto. Il gran disordine del salottino accennava la recentissima visita di amici poco delicati: sedie spostate, indecenti macchie di saliva sul pavimento, un vassoio con caraffe e bicchieri dal fondo rosso di vino, mozziconi di sigarette sul portacenere, e infine un denso odor di fumo che appestava anche le camere attigue. |
Seduto al piano Stefano suonava per ingannare il tempo dell’interminabile sera d’agosto. Il gran disordine del salottino accennava la recentissima visita di amici poco delicati: sedie spostate, indecenti macchie di saliva sul pavimento, un vassoio con caraffe e bicchieri dal fondo rosso di vino, mozziconi di sigarette sul portacenere, e infine un denso odor di fumo che appestava anche le camere attigue. |
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Disgustato ancora per la rumorosa visita dei quattro amici, fra i quali un ricco e triviale paesano, ch’erano venuti per tentarlo a ripresentarsi candidato nelle prossime elezioni comunali, Stefano suonava nervosamente il brindisi di Gluck. |
Disgustato ancora per la rumorosa visita dei quattro ''amici'', fra i quali un ricco e triviale paesano, ch’erano venuti per tentarlo a ripresentarsi candidato nelle prossime elezioni comunali, Stefano suonava nervosamente il ''brindisi'' di Gluck. |
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— Sciocchi, pensava: siete così piccoli che mi verrebbe voglia di pestarvi la testa come gli scarafaggi. |
— Sciocchi, — pensava: siete così piccoli che mi verrebbe voglia di pestarvi la testa come gli scarafaggi. |
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E senza muovere un muscolo del viso rideva internamente col riso sonoro del pianoforte: rideva di quegli uomini rozzi e ignoranti ch’erano venuti a sputar nel suo salotto come sputavano in piazza, e che parlavano di Crispi e di Di Rudinì come del sindaco del |
E senza muovere un muscolo del viso rideva internamente col riso sonoro del pianoforte: rideva di quegli uomini rozzi e ignoranti ch’erano venuti a sputar nel suo salotto come sputavano in piazza, e che parlavano di Crispi e di Di Rudinì come del sindaco del paese, |
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