Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.2, Milano, Treves, 1906.djvu/67: differenze tra le versioni

Phe-bot (discussione | contributi)
Alex_brollo: split
 
Nessun oggetto della modifica
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
di mia madre, che ne verrò in chiaro, e guai a lui!
<section begin="s1" />di mia madre, che ne verrò in chiaro, e guai a lui!

- Ci avrete compagni, Aloise, - soggiunse l’Assereto porgendogli la mano, - compagni nel giuramento e nelle opere. Ora leviamoci di qua, e chiamiamo senza indugio i pensieri a capitolo. -


- Ci avrete compagni, Aloise, - soggiunse l’Assereto porgendogli la mano, - compagni nel giuramento e nelle opere. Ora leviamoci di qua, e chiamiamo senza indugio i pensieri a capitolo.


{{Sezione note}}
{{Sezione note}}




<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Ct|f=100%|v=1|t=3|L=0px|VII.}}
VII. Nel quale si racconta chi fossero i Templarii
{{Ct|f=100%|v=1|lh=1.5|'''Nel quale si racconta chi fossero i Templarii'''}}





I Templarii! chi erano i Templarii?
I Templarii! chi erano i Templarii?


Oh bella! risponderà l’erudito lettore. Erano i cavalieri di quell’ordine tra religioso e militare, che, fondato nel 1118 da nove cavalieri francesi, ebbe il nome dalla dimora che gli assegnò Baldovino II in Gerusalemme, in un palazzo attiguo al luogo dell’antico tempio di Salomone. I cavalieri del Tempio erano ordinati dapprima a soccorrere, curare e proteggere i pellegrini cristiani in Terra Santa; poscia l’ufficio loro si stese, anzi addirittura si volse, a difendere coll’armi la fede di Cristo e il Santo Sepolcro contro gli assalti degli infedeli. Più tardi, ricaduta Gerusalemme in balìa dei Saraceni, i Templarii si ridussero nell’isola di Cipro, donde proseguirono la guerra giurata, combattendo sul mare, o tentando audacissime imprese sui lidi nemici. Sterminatamente ricchi e possenti, avevano, intorno al 1250, alta e bassa signoria su novemila baliaggi, commende, priorati; la più parte de’ quali in Francia, dove la baldanza loro, le mire ambiziose, e i tenebrosi instituti dell’ordine tornarono molesti a Filippo il Bello, per modo che egli pensò di sterminarli, e ne venne a capo, col ferro, col fuoco, e colle scomuniche di Clemente V, suo degno compare.
Oh bella! risponderà l’erudito lettore. Erano i cavalieri di quell’ordine tra religioso e militare, che, fondato nel 1118 da nove cavalieri francesi, ebbe il nome dalla dimora che gli assegnò Baldovino II in Gerusalemme, in un palazzo attiguo al luogo dell’antico tempio di Salomone. I cavalieri del Tempio erano ordinati dapprima a soccorrere, curare e proteggere i pellegrini cristiani in Terra Santa; poscia l’ufficio loro si stese, anzi addirittura si volse, a difendere coll’armi la fede di Cristo e il Santo Sepolcro contro gli assalti degli infedeli. Più tardi, ricaduta Gerusalemme in balìa dei Saraceni, i Templarii si ridussero nell’isola di Cipro, donde proseguirono la guerra giurata, combattendo sul mare, o tentando audacissime imprese sui lidi nemici. Sterminatamente ricchi e possenti, avevano, intorno al 1250, alta e bassa signoria su novemila baliaggi, commende, priorati; la più parte de’ quali in Francia, dove la baldanza loro, le mire ambiziose, e i tenebrosi instituti dell’ordine tornarono molesti a Filippo il Bello, per modo che egli pensò di sterminarli, e ne venne a capo, col ferro, col fuoco, e colle scomuniche di Clemente V, suo degno compare.


Il lettore erudito ha ragione; parla come un libro stampato, nè si potrebbe, per questo rispetto, insegnargli nulla di nuovo. Ma noi scriviamo cronache contemporanee, non storie antiche, e qui non si tratta dei Templarii, spenti nel 1314, sul rogo del loro gran maestro Giacomo Bernardo di Molay, bensì d’un altro ordine, assai più moderno, cioè a dire dei Templarii che fiorivano in Genova, nell’anno 1857, e non furono spenti da altri roghi, se non da quelli del matrimonio,
Il lettore erudito ha ragione; parla come un libro stampato, nè si potrebbe, per questo rispetto, insegnargli nulla di nuovo. Ma noi scriviamo cronache contemporanee, non storie antiche, e qui non si tratta dei Templarii, spenti nel 1314, sul rogo del loro gran maestro Giacomo Bernardo di Molay, bensì d’un altro ordine, assai più moderno, cioè a dire dei Templarii che fiorivano in Genova, nell’anno 1857, e non furono spenti da altri roghi, se non da quelli del matrimonio,<section end="s2" />