Il Fiore delle Perle/22. La pantera nera: differenze tra le versioni

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{{Centrato|LA PANTERA NERA}}
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– La compagna di questa non oserà più assalirci – rispose il malese. – Sono belve assai audaci, ma si sarà accorta che noi siamo persone che non si lasciano divorare come dei polli o delle scimmie inoffensive.
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– Appoggia il tuo capo su questo guanciale, mia valorosa amica – disse Hong a Than-Kiù indicandole la pantera che aveva trascinata in un angolo della capanna. – Starai meglio che sulle foglie.
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Il rumore cessò di nuovo, anzi gli parve che qualcuno balzasse a terra, avendo udito muoversi le foglie d'un cespuglio che cresceva a pochi passi dalla capanna.
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– Se n'è andata – disse. – Strana idea di venire a dormire sulla nostra capanna.
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Fors'anche aveva sperato di sorprenderli ancora addormentati e di sgozzarli senza pericolo, e trovandoli invece svegliati e pronti alla difesa, si era scoraggiata.
 
Hong ed i suoi compagni, strettamente raggruppati, colle lame alzate,
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non perdevano di vista gli occhi fosforescenti della belva, i soli che distinguessero, confondendosi il corpo nero colle tenebre.
 
Passarono alcuni istanti lunghi come ore per quei disgraziati, non essendosi la pantera decisa a muoversi. Li guardava sempre e brontolava sordamente, senza avanzarsi. L'angoscia era forse eguale da ambo le parti.
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– O che noi ci teniamo nascosti presso le due aperture per ucciderla – aggiunse Sheu-Kin.
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– Mi rincresce per le nostre provviste – disse il malese. – Avevamo ancora mezza testuggine ed una coppia di grassi ''calaos'', e la furba si divorerà tutto.
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La si udiva però brontolare e grattare le pareti colle robuste unghie, come se cercasse di aprire qualche nuova apertura.
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Hong e Than-Kiù da un lato, Pram-Li ed il giovane cinese dall'altro, attendevano che si mostrasse, tenendo i ''kampilang'' alzati.
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– Per Fo e Confucio!... – esclamò Hong, che giungeva di corsa insieme a Than-Kiù. – Aveva il diavolo in corpo quella dannata bestiaccia?... Speriamo che questa volta sia proprio morta.
 
– È ridotta in uno stato così deplorevole, da non poter pagare lo
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scotto nemmeno colla sua pelle – disse Sheu-Kin, il quale si era avvicinato alla fiera. – Ha il muso fracassato dalle nostre palle ed il dorso orrendamente squarciato dai nostri ''kampilang''.
 
– Lo scotto l'ha già pagato colla sua vita e possiamo essere soddisfatti di esserci sbarazzati di questo ladrone che poteva portarsi via uno di noi come una bistecca. Suvvia, speriamo di terminare tranquillamente la notte.