Pagina:Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu/36: differenze tra le versioni

 
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:


<section begin="L"/>
L
{{ct|f=100%|v=1|t=2|L}}
L’immagine di lui è scolpita nel suo pensiero.
{{ct|f=90%|v=1|L’immagine di lui è scolpita nel suo pensiero.}}
Poi ch’Amor mi ferì di crude ponte,
<poem style="padding-left:5em">
Poi ch’Amor mi ferí di crude ponte,
vostra mercé, qual sète vivo e vero,
vostra mercé, qual sète vivo e vero,
v’ho scolpito nel fronte e nel pensiero,
v’ho scolpito nel fronte e nel pensiero,
che nessun sembiante piú s’affronte.
che nessun sembiante piú s’affronte.
Il viso stesso, il proprio stesso fronte,
Il viso stesso, il proprio stesso fronte,
il proprio ciglio umilemente altero,
il proprio ciglio umilemente altero,
gli occhi stessi, i due sol de l’emispero,
gli occhi stessi, i due sol de l’emispero,
le stesse grazie e le fattezze cónte;
le stesse grazie e le fattezze cónte;
in questo il mio ritratto è dissimile:
in questo il mio ritratto è dissimile:
ché, qual mi sète, vi mostra alteretto,
ché, qual mi sète, vi mostra alteretto,
là dove sète a tutti gli altri umile.
là dove sète a tutti gli altri umile.
Ora, per far ch’anch’io v’abbia perfetto,
Ora, per far ch’anch’io v’abbia perfetto,
per far ch’anch’io pur v’abbia a voi simile,
per far ch’anch’io pur v’abbia a voi simile,
emendate anche meco un tal difetto.
emendate anche meco un tal difetto.
</poem><section end="L"/>
LI

Ad Amore, che la soccorra.

Vieni, Amor, a veder la gloria mia,
<section begin="LI"/>
{{ct|f=100%|v=1|t=2|LI}}
{{ct|f=90%|v=1|Ad Amore, che la soccorra.}}
<poem style="padding-left:5em">
Vieni, Amor, a veder la gloria mia,
e poi la tua; ché l’opra de’ tuoi strali
e poi la tua; ché l’opra de’ tuoi strali
ha fatto ambeduo noi chiari, immortali,
ha fatto ambeduo noi chiari, immortali,
ovunque per Amor s’ama e disia.
ovunque per Amor s’ama e disia.
Chiara fe’ me, perché non fui restia
Chiara fe’ me, perché non fui restia
ad accettar i tuoi colpi mortali,
ad accettar i tuoi colpi mortali,
essendo gli occhi, onde fui presa, quali
essendo gli occhi, onde fui presa, quali
natura non fe’ mai poscia, né pria;
natura non fe’ mai poscia, né pria;
chiaro fe’ te, perché a lodarti vegno
chiaro fe’ te, perché a lodarti vegno
quanto piú posso in rime ed in parole
quanto piú posso in rime ed in parole
con quella, che m’hai dato, vena e ingegno
con quella, che m’hai dato, vena e ingegno
Or a te si convien far che quel sole,
Or a te si convien far che quel sole,
che mi desti per guida e per sostegno,
che mi desti per guida e per sostegno,
non lasci oscure queste luci e sole.
non lasci oscure queste luci e sole.
</poem><section end="LI"/>