Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/339: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|4391}}--><noinclude>tiranno </noinclude>o vedranno rider cosí, vi rivolgeranno gli occhi, vi guarderanno con rispetto, se parlavano, taceranno, resteranno come mortificati, non ardiranno mai rider di voi, se prima vi guardavano baldanzosi o superbi, perderanno tutta la loro baldanza e superbia verso di voi. In fine il semplice ''rider alto'' vi dà una decisa superiorità sopra tutti gli astanti o circostanti, senza eccezione. Terribile ed ''awful'' è la potenza del riso: chi ha il coraggio di ridere, è padrone degli altri, come chi ha il coraggio di morire (23 settembre 1828).
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{{ZbPensiero|4391/2}} Alla p. {{ZbLink|4390|visualizza=qui dietro}}. Tutto ciò in quanto a possibilità o verisimiglianza. Ma in quanto a tradizione, par ch’ella provi che i libri in prosa o non precedettero, o solo di poco tempo, quegli in versi; poiché essa tradizione mette le prime prose greche nel principio del <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|4392}} sec. VI av. G. C., tempo di Pisistrato, che raccolse i versi Omerici, e tempo abbondante di altri poeti, i quali non pare al {{AutoreCitato|Friedrich August Wolf|Wolf}} che potessero mancar di scrittura. Certo che di essi la tradizione non porta, come di {{AutoreCitato|Omero|Omero}}, che i loro versi fossero raccolti e scritti posteriormente. Nondimeno, benché la tradizione non porti ciò neppur di {{AutoreCitato|Esiodo|Esiodo}} (Vedi p. {{ZbLink|4397}}) (onde il {{AutoreCitato|Giambattista Vico|Vico}}, lib.3. p. 400. Talché {{AutoreCitato|Esiodo|Esiodo}}, che lasciò opere di sé scritte, poiché non abbiamo autorità che da’ rapsodi fusse stato, com’{{AutoreCitato|Omero|Omero}}, conservato a memoria, si dee porre dopo de’ Pisistratidi), pure il {{AutoreCitato|Friedrich August Wolf|Wolf}} pone anche {{AutoreCitato|Esiodo|Esiodo}} fra que’ poeti che non iscrissero, e le poesie esiodee (che egli reputa di vari autori) fra quelle che furono conservate lungamente per sola memoria. - Certior quidem historia adhuc saeculo VI et V ante Chr. Simonidi Ceo atque Epicharmo Siculo, antiquae Comoediae principi, satis insignes partes tribuit in litteris complendis et inveniendis<section end=2 />
{{ZbPensiero|4391/2}} Alla p. {{ZbLink|4390|visualizza=qui dietro}}. Tutto ciò in quanto a possibilità o verisimiglianza. Ma in quanto a tradizione, par ch’ella provi che i libri in prosa o non precedettero, o solo di poco tempo, quegli in versi; poiché essa tradizione mette le prime prose greche nel principio del <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|4392}} sec. VI av. G. C., tempo di Pisistrato, che raccolse i versi Omerici, e tempo abbondante di altri poeti, i quali non pare al {{AutoreCitato|Friedrich August Wolf|Wolf}} che potessero mancar di scrittura. Certo che di essi la tradizione non porta, come di {{AutoreCitato|Omero|Omero}}, che i loro versi fossero raccolti e scritti posteriormente. Nondimeno, benché la tradizione non porti ciò neppur di {{AutoreCitato|Esiodo|Esiodo}} (Vedi p. {{ZbLink|4397}}) (onde il {{AutoreCitato|Giambattista Vico|Vico}}, lib.3. p. 400. Talché {{AutoreCitato|Esiodo|Esiodo}}, che lasciò opere di sé scritte, poiché non abbiamo autorità che da’ rapsodi fusse stato, com’{{AutoreCitato|Omero|Omero}}, conservato a memoria, si dee porre dopo de’ Pisistratidi), pure il {{AutoreCitato|Friedrich August Wolf|Wolf}} pone anche {{AutoreCitato|Esiodo|Esiodo}} fra que’ poeti che non iscrissero, e le poesie esiodee (che egli reputa di vari autori) fra quelle che furono conservate lungamente per sola memoria. - Certior quidem historia adhuc saeculo VI et V ante Chr. Simonidi Ceo atque Epicharmo Siculo, antiquae Comoediae principi, satis insignes partes tribuit in litteris complendis et inveniendis<section end="2" />