Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/29: differenze tra le versioni

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cose venerande; l’architettura sublimar le guglie di sopra alle umili abitazioni dell’uomo e alle regolate curve dei classici; ma a tutto sovrastare la filosofia della preghiera e dell’espiamento, della rassegnazione e della speranza, eterna quanto i gemiti dell’umanità.
DANTE

9
Della legge del progresso che faceasi sentir più che mai, si fa grande fattore l’Alighieri, che raccogliendo e coordinando tutto il passato, inizia tutto l’avvenire; onde possiam dire non vi sarà una gente d’Europa, nella cui storia non accada menzione di lui; non ramo dell’albero enciclopedico ov’esso non figuri. Perocchè l’opera, il tempo, il poeta formano una cosa sola, e rappresentante di quest’età sarà un uomo, che dall’età sua fu sconosciuto, dalle invidie partigiane calpesto, che visse esule in mezzo alla patria ancor prima d’esserne sbandito; che le soavi ispirazioni di Beatrice mutò ne’ fremiti di Farinata, nelle imprecazioni di Ciacco e ne’ rimbrotti severi di san Pietro; che vergognoso di cadere in compagnia di persone troppo diverse, vantavasi di «farsi parte da sè stesso»; rimproverando tanto, eppur tanto amando una patria, ch’egli non volle ricuperare con una bassezza.
cose venerande; l'architettura sublimar le guglie di sopra alle umili

abitazioni dell'uomo e alle regolate curve dei classici; ma a tutto
Discendente da un Gacciaguida, che erasi meritato il paradiso crociandosi dietro all’imperatore Corrado, nacque a Firenze il 1265. A nove anni, capitato coi parenti a festeggiare il calen di maggio in casa di Folco de’ Portinari, vide Bice figlia di questo, la quale. «di tempo non trapassava l’anno ottavo, era leggiadretta assai, e ne’ suoi costumi piacevole e gentile, bella nel viso, e nelle sue parole con più gravezza che la sua piccola età non richiedea. E Dante così la ricevette nell’animo, che altro sopravvegnente piacere la bella immagine di lei spegnere nè potè, nè cacciare» ({{Sc|{{AutoreCitato|Giovanni Boccaccio|Boccaccio}}}}). Sopra l’amata fanciulla cominciò egli a far versi, inviandoli, com’era costume, ad altri poeti toscani, che o l’avranno dissuaso da una via dove il prevedevano emulo, o donato di que’ compassionevoli conforti che somigliano ad insulto. Dante, con altri poeti amici suoi, aveano istituito la compagnia de’ ''Fedeli d’amore'', dove professavasi fedeltà all’amore delle cose celesti e divine; del quale le dame da essi scelte restavano considerate qual simbolo. Come i Trovadori celebravano Dama Giustizia, Dama Bontà, così essi dedicaronsi a sessanta belle e savie fiorentine, in ciascuna delle quali rappresentavasi una qualità morale che era significata dal loro nome; per esempio. Lucia, Matelda, Beatrice, Savina, Felicita, Giovanna o
sovrastare la filosofia della preghiera e dell'espiamento, della rasse-
gnazione e della speranza, eterna quanto i gemiti dell'umanità.
Della legge del progresso che faceasi sentir più che mai, si fa
grande fattore l'Alighieri, che raccogliendo e coordinando tutto il
passato, inizia tutto l'avvenire; onde possiam dire non vi sarà una
gente d'Europa, nella cui storia non accada menzione di lui; non
ramo dell'albero enciclopedico ov'esso non figuri. Perocché l'opera,
il tempo, il poeta formano una cosa sola, e rappresentante ^i
quest'età sarà un uomo, che dall'età sua fu sconosciuto, dalle in-
vidie partigiane calpesto, che visse esule in mezzo alla patria ancor
prima d'esserne sbandito; che le soavi ispirazioni di Beatrice mutò
ne' fremiti di Farinata, nelle imprecazioni di Ciacco e ne' rimbrotti
severi di san Pietro; che vergognoso di cadere in compagnia di
persone troppo diverse , vantavasi di « farsi parte da sè stesso » ;
rimproverando tanto, eppur tanto amando una patria, ch'egli non
volle ricuperare con una bassezza.
Discendente da un Gacciaguida, che erasi meritato il paradiso cro-
ciandosi dietro all'imperatore Corrado, nacque a Firenze il 1265.
A nove anni, capitato coi parenti a festeggiare il calen di maggio
in casa di Folco de' Portinari, vide Bice figlia di questo, la quale.
« di tempo non trapassava l'anno ottavo , era leggiadretta assai, e
ne' suoi costumi piacevole e gentile, bella nel viso, e nelle sue pa-
role con più gravezza che la sua piccola età non richiedea. E Dante
così la ricevette nell'animo , che altro sopravvegnente piacere la
bella immagine di lei spegnere né potè , nè cacciare » (Boccaccio).
Sopra l'amata fanciulla cominciò egli a far versi, inviandoli, com'era
costume, ad altri poeti toscani, che o l'avranno dissuaso da una via
dove il prevedevano emulo, o donato di que' compassionevoli con-
forti che somigliano ad insulto. Dante, con altri poeti amici suoi,
aveano istituito la compagnia de' Fedeli d'amore, dove professavasi
fedeltà all'amore delle cose celesti e divine; del quale le dame da
essi scelte restavano considerate qual simbolo. Come i Trovadori
celebravano Dama Giustizia, Dama Bontà, cosi essi dedicaronsi a
sessanta belle e savie fiorentine, in ciascuna delle quali rappre-
sentavasi una qualità morale che era significata dal loro nome; per
esempio. Lucia, Matelda, Beatrice, Savina, Felicita, Giovanna o