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Ma avendo altre volte a mio padre, di buona memoria, udito narrare che voi, serenissimo prencipe, ne la vostra giovinezza non ischifaste aprir il petto a le fiamme amorose, anzi fuste ferventissimo amatore, e tenendo per fermo che qui non sia persona che poco o assai non abbia amato, mi persuado di quanto ora per me si parlerá appo tutti trovar pietá non che perdono. Onde al fatto venendo, non permetta giá Iddio che, volendo io parer una santocchia e donna di quelle che tutto il dí mangiano paternostri parlando coi santi, e partoriscano diavoli, resti ingrata, sapendo esser l’ingratitudine un vento che adugge ed asciuga la fontana de la divina pietá. Mi è cara la vita, come a tutti naturalmente suol essere; appresso poi metto l’onore, che forse le deverebbe esser anteposto, perché non è dubio alcuno che senza l’onore veramente non giova vivere, e quella vita è una viva morte, ove l’uomo o la donna con vituperosa macchia in fronte viveno. Ma l’amore che io porto al mio da me unicamente amato messer Aloise Foscaro, che lá vedete, mi è sovra ogni cosa caro, e conseguentemente molto piú de la mia vita stimo lui. E questo nel vero con grandissima ragione, perciò che quando mai per adietro io amata da lui stata non fossi, che pur amata m’ha quanto si puote, ed io lui per caro tenuto non avessi, che l’ho avuto carissimo ed amatolo a par anzi vie piú degli occhi miei, l’amorevole ed affettuosissima dimostrazione che egli in questo ultimo ha usato meco, mostrandosi liberale anzi pur prodigo de la vita propria perché io non restassi con una minima sospezione d’impudica, fa che io incomparabilmente debbia mai sempre aver lui piú caro che la vita e l’anima istessa. Ed ove si truova che mai piú fosse tal liberalitá cosí liberamente da amante nessuno usata? Chi fu che giá mai di propria volontá per non infamar altrui eleggesse morire? Certo, che io mi creda, nessuno o pochi, ché di cotal sorte rari si truovano, e piú rari che i corbi bianchi. O singolar e non mai udita liberalitá! O dimostrazione a pieno non mai lodata! O amor veramente amore, e dove fizzione alcuna essere non si può imaginare! Messer Aloise, prima che macchiar in una minima particella la fama mia, o lasciar un tantillo d’ombra
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PARTE PRIMA
Ma avendo altre volte a mio padre, di buona memoria, udito
narrare che voi, serenissimo prencipe, ne la vostra giovinezza
non ischifaste aprir il petto a le fiamme amorose, anzi fuste
ferventissimo amatore, e tenendo per fermo che qui non sia
persona che poco o assai non abbia amato, mi persuado di
quanto ora per me si parlerà appo tutti trovar pietà non che
perdono. Onde al fatto venendo, non permetta già Iddio che,
volendo io parer una santocchia e donna di quelle che tutto
il di mangiano paternostri parlando coi santi, e partoriscano
diavoli, resti ingrata, sapendo esser l’ingratitudine un vento che
adugge ed asciuga la fontana de la divina pietà. Mi è cara la
vita, come a tutti naturalmente suol essere; appresso poi metto
l’onore, che forse le deverebbe esser anteposto, perché non è
dubio alcuno che senza l’onore veramente non giova vivere, e
quella vita è una viva morte, ove l’uomo o la donna con vitu¬
perosa macchia in fronte viveno. Ma l’amore che io porto al
mio da me unicamente amato messer Aloise Foscaro, che là
vedete, mi è sovra ogni cosa caro, e conseguentemente molto
più de la mia vita stimo lui. E questo nel vero con grandissima
ragione, perciò che quando mai per adietro io amata da lui stata
non fossi, che pur amata m’ha quanto si puote, ed io lui per
caro tenuto non avessi, che l’ho avuto carissimo ed amatolo
a par anzi vie più degli occhi miei, l’amorevole ed affettuo¬
sissima dimostrazione che egli in questo ultimo ha usato meco,
mostrandosi liberale anzi pur prodigo de la vita propria perché
io non restassi con una minima sospezione d’impudica, fa che
io incomparabilmente debbia mai sempre aver lui più caro che
la vita e l’anima istessa. Ed ove si truova che mai più fosse
tal liberalità cosi liberamente da amante nessuno usata? Chi fu
che già mai di propria volontà per non infamar altrui eleggesse
morire? Certo, che io mi creda, nessuno o pochi, ché di cotal
sorte rari si truovano, e più rari che i corbi bianchi. O singoiar
e non mai udita liberalità! O dimostrazione a pieno non mai
lodata ! O amor veramente amore, e dove fizzione alcuna essere
non si può imaginare ! Messer Aloise, prima che macchiar in
una minima particella la fama mia, o lasciar un tantillo d’ombra
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