Pagina:Zibaldone di pensieri V.djvu/360: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|3380}}-->d’essi generi o specie, e nell’esistenza loro, e negli effetti loro sopra se stessi e fuor di se stessi è il numero e la grandezza de’ disordini, delle irregolarità de’ morbi, de’ casi, degli accidenti, de’ successi non naturali, non voluti o espressamente disvoluti dalla natura, contrarii alle intenzioni e destinazioni fatte dalla natura nel formare quei tali generi o specie, e nel cosí disporli com’essa li dispose, sí rispetto a se stessi, sí riguardo agli altri generi e specie a cui essi hanno relazione, ed all’intera <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|3381}} università delle cose. Tutto ciò troverassi nelle meteore, ne’ vegetabili, negli animali sopra tutto, e fra gli animali, sopra tutti nell’uomo, ossia nel genere umano. Perocché il vivente è meno dell’altre cose tutte composto di qualità naturali, e piú di disposizioni; e tra’ viventi l’uomo in massimo grado. Nel quale è maggior la vita che negli altri viventi; e la vita si può, secondo le fin qui dette considerazioni, definire una maggiore o minore conformabilità, un numero e valore di disposizioni naturali prevalente in certo modo (piú o meno) a quello delle ingenite qualità. Massime rispetto allo spirituale, all’intrinseco, a quello che, propriamente parlando, vive; a quello in che sta propriamente e si esercita la vita, in che siede il principio vitale, e la facoltà dell’azione sia interna sia esterna, cioè la facoltà del pensiero e della sensibile operazione. ec. Nella qual facoltà consiste propriamente la vita ec (6-7 settembre 1823). Per lo contrario le cose che meno partecipano della vita sono quelle che per natura hanno meno di qualità e piú di disposizione, cioè le meno conformabili naturalmente. E se v’ha cosa che non sia punto conformabile naturalmente, quella niente partecipa della vita, ma solo esiste; quella è che si dee propriamente <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|3382}} chiamare semplicemente e puramente esistente ec. ec. ec (8 settembre Natività di Maria Santissima. 1823).<section end=3 />
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|3380}}-->d’essi generi o specie, e nell’esistenza loro, e negli effetti loro sopra se stessi e fuor di se stessi è il numero e la grandezza de’ disordini, delle irregolarità de’ morbi, de’ casi, degli accidenti, de’ successi non naturali, non voluti o espressamente disvoluti dalla natura, contrarii alle intenzioni e destinazioni fatte dalla natura nel formare quei tali generi o specie, e nel cosí disporli com’essa li dispose, sí rispetto a se stessi, sí riguardo agli altri generi e specie a cui essi hanno relazione, ed all’intera <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|3381}} università delle cose. Tutto ciò troverassi nelle meteore, ne’ vegetabili, negli animali sopra tutto, e fra gli animali, sopra tutti nell’uomo, ossia nel genere umano. Perocché il vivente è meno dell’altre cose tutte composto di qualità naturali, e piú di disposizioni; e tra’ viventi l’uomo in massimo grado. Nel quale è maggior la vita che negli altri viventi; e la vita si può, secondo le fin qui dette considerazioni, definire una maggiore o minore conformabilità, un numero e valore di disposizioni naturali prevalente in certo modo (piú o meno) a quello delle ingenite qualità. Massime rispetto allo spirituale, all’intrinseco, a quello che, propriamente parlando, vive; a quello in che sta propriamente e si esercita la vita, in che siede il principio vitale e la facoltà dell’azione, sia interna sia esterna, cioè la facoltà del pensiero e della sensibile operazione ec. Nella qual facoltà consiste propriamente la vita ec. (6-7 settembre 1823). Per lo contrario le cose che meno partecipano della vita sono quelle che per natura hanno meno di qualità e piú di disposizione, cioè le meno conformabili naturalmente. E se v’ha cosa che non sia punto conformabile naturalmente, quella niente partecipa della vita, ma solo esiste; quella è che si dee propriamente <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|3382}} chiamare semplicemente e puramente esistente ec. ec. ec. (8 settembre, Natività di Maria Santissima, 1823).<section end=3 />
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