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di lei sí stranamente s’innamorò, che ad altro il suo pensiero rivolger non poteva. Finito il ballo, che era parso lunghissimo al cameriero, e cominciandosi a sonare un’altra danza, egli la richiese di ballare e ballò seco un ballo a la gagliarda, perciò che ella a la gagliarda danzava molto bene e tanto a tempo, che era un grandissimo spasso a mirarla come aggraziatamente si moveva. Ritornò il cameriero a danzar seco, e se non fosse stato per vergogna, egli ogni danza l’averebbe presa, parendogli quando la teneva per la mano che sentisse il maggior piacer che sentito avesse giá mai. E ancor che ella tutto il dí lavorasse, nondimeno ella aveva una man bianca, lunghetta e morbida molto. Il misero amante cosí subitamente di lei e de le sue belle maniere acceso, mentre che credeva mirandola ammorzar le novelle nascenti fiamme che giá miseramente lo struggevano, non se ne accorgendo a poco a poco le faceva maggiori, accrescendo con gli sguardi la stipa al fuoco. Ne la seconda e terza danza che seco fece, assai motti e parolucce il giovine le disse come far sogliono i novelli amanti. Ella sempre saggiamente gli diede risposta dicendo che non le parlasse d’amore, perciò che a povera giovane come ella era non stava bene mai a dar orecchie a simil favole, né altro mai l’importuno ferrarese cavare ne puoté. Fornito il ballare, il ferrarese le andò dietro per imparar ove ella aveva la stanza. Ebbe poi piú volte e in Gazuolo e fuori comoditá di parlar con Giulia e di scoprirle il suo ferventissimo amore, sforzandosi pur sempre di farla de le sue parole capace e riscaldarle il freddissimo petto. Ma per cosa ch’egli le dicesse giá mai ella punto non si mosse dal suo casto proponimento, anzi caldamente lo pregava che la lasciasse stare e non le desse noia. Ma il meschino amante a cui l’amoroso verme fieramente rodeva il core, quanto piú ella dura e ritrosa si mostrava, tanto piú egli s’accendeva, tanto piú la seguitava e tanto piú s’affaticava di renderla pieghevole a’ suoi appetiti, ben che il tutto era indarno. Fecele da una vecchia, che pareva santa Cita, parlare, la quale fece l’ufficio suo molto diligentemente, sforzandosi con sue lusinghevoli ciance corromper l’indurato affetto de la casta Giulia. Ma la giovanetta
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PARTE PRIMA
di lei si stranamente s'innamorò, che ad altro il suo pensiero
rivolger non poteva. Finito il ballo, che era parso lunghissimo
al cameriero, e cominciandosi a sonare un'altra danza, egli la
richiese di ballare e ballò seco un ballo a la gagliarda, perciò
che ella a la gagliarda danzava molto bene e tanto a tempo,
che era un grandissimo spasso a mirarla come aggraziatamente
si moveva. Ritornò il cameriero a danzar seco, e se non fosse
stato per vergogna, egli ogni danza l’averebbe presa, parendogli
quando la teneva per la mano che sentisse il maggior piacer
che sentito avesse già mai. E ancor che ella tutto il di lavorasse,
nondimeno ella aveva una man bianca, lunghetta e morbida
molto. Il misero amante cosi subitamente di lei e de le sue
belle maniere acceso, mentre che credeva mirandola ammorzar
le novelle nascenti fiamme che già miseramente lo struggevano,
non se ne accorgendo a poco a poco le faceva maggiori, ac¬
crescendo con gli sguardi la stipa al fuoco. Ne la seconda e
terza danza che seco fece, assai motti e parolucce il giovine le
disse come far sogliono i novelli amanti. Ella sempre saggia¬
mente gli diede risposta dicendo che non le parlasse d’amore,
perciò che a povera giovane come ella era non stava bene
mai a dar orecchie a simil favole, né altro mai l’importuno fer¬
rarese cavare ne puoté. Fornito il ballare, il ferrarese le andò
dietro per imparar ove ella aveva la stanza. Ebbe poi più volte
e in Gazuolo e fuori comodità di parlar con Giulia e di sco¬
prirle il suo ferventissimo amore, sforzandosi pur sempre di
farla de le sue parole capace e riscaldarle il freddissimo petto.
Ma per cosa ch’egli le dicesse già mai ella punto non si mosse
dal suo casto proponimento, anzi caldamente lo pregava che
la lasciasse stare e non le desse noia. Ma il meschino amante
a cui l’amoroso verme fieramente rodeva il core, quanto più ella
dura e ritrosa si mostrava, tanto più egli s’accendeva, tanto
più la seguitava e tanto più s’affaticava di renderla pieghevole
a’ suoi appetiti, ben che il tutto era indarno. Fecele da una
vecchia, che pareva santa Cita, parlare, la quale fece l’ufficio
suo molto diligentemente, sforzandosi con sue lusinghevoli ciance
corromper l’indurato affetto de la casta Giulia. Ma la giovanetta
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