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i suoi difetti, con gli entusiasmi e le delusioni, le passioni e gli sconforti, le esaltazioni e gli abbandoni, le esuberanze e le generosità, le fantasie, i sogni, flnanco i capricci. |
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GIUDIZIO DI EGIDIO REALE |
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i suoi difetti, con gli entusiasmi e le delusioni, le passioni |
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e gli sconforti, le esaltazioni e gli abbandoni, |
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«Perchè l’Umanità deve soffrire?» domanda egli d’un tratto poco prima di andarsene dall’Università di Yale, ove tante simpatie ed un così vivo senso di ammirazione aveva destato — ad uno dei suoi compagni di lavoro, e di studi che dalla domanda improvvisa resta turbato e pensoso. — - «V’è forse, nel mondo, un luogo dove gli uomini non soffrono, dove la vita si svolge nella serenità e nella dolcezza, dove si ritrovi alfine la felicità?» E’ il motivo fondamentale della sua vita e del suo pensiero che torna incessante. Ed egli parte ancora, alla ricerca dei silenzi di un paese senza macchine, ove gli uomini vivano a contatto della natura, e dalla terra vedano uscire i frutti più squisiti e la vegetazione più rigogliosa, verso i villaggi e le campagne abitati dagli Indiani del Messico. E neppure qui lo trova. |
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le esuberanze e le generosità, le fantasie, i sogni, |
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flnanco i capricci. |
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Ed allora, se la felicità è una menzogna, se il dolore è la sola legge deH’Umanità cui sottrarsi non è possibile, se sono fantasie e sogni le belle cose che egli ha tanto amato e per le quali ha tanto sofferto, a che la vita? |
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ansioso il suo scopo. |
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E l’inquietudine si fa più viva e più acuto si fa il tormento. Non è forse in questo suo tormento interiore, che egli nasconde sotto la grazia del più dolce dei sorrisi, qualcosa che l’avvicina e lo ricongiunge all’eroe di quella «Angelica» che i suoi genitori conosceranno e leggeranno nell’ora della funebre veglia, e che avrà un così grande successo? |
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«Perchè l’Umanità deve soffrire?» domanda egli |
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d’un tratto poco prima di andarsene dall’Università |
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Non è Leo il temerario eroe che solo ha osato affrontare e vincere il tiranno dinnanzi al quale tutti s’inchinavano tremando? Non è Leo quell’Orlando che ferito a morte dalla stessa ''Angelica'' che egli aveva liberata; mentre per l’ultima volta l’aurora tinge per lui il cielo e i campanili di rosa, e la città appare ancor tenue nell’ombra color di viola, nel delirio confessa Tesser suo? Per non vedere il trionfo dell’ingiustizia egli se ne è andato lontano. Ma da lontano la nostalgia lo prende del grande sole della Patria, delle sue vigne {{Pt|bion-|}} |
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di Yale, ove tante simpatie ed un cosi vivo senso |
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di ammirazione aveva destato — ad uno dei suoi compagni |
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di lavoro, e di studi che dalla domanda improvvisa |
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resta turbato e pensoso. — - «V’è forse, |
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nel mondo, un luogo dove gli uomini non soffrono, |
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dove la vita si svolge nella serenità e nella dolcezza, |
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dove si ritrovi alfine la felicità?» E’ il motivo fondamentale |
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della sua vita e del suo pensiero che torna |
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incessante. Ed egli parte ancora, alla ricerca dei |
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silenzi di un paese senza macchine, ove gli uomini |
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vivano a contatto della natura, e dalla terra vedano |
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uscire i frutti più squisiti e la vegetazione più rigogliosa, |
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verso i villaggi e le campagne abitati dagli |
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Indiani del Messico. E neppure qui lo trova. |
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Ed allora, se la felicità è una menzogna, se il dolore |
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è la sola legge deH’Umanità cui sottrarsi non è |
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possibile, se sono fantasie e sogni le belle cose che |
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egli ha tanto amato e per le quali ha tanto sofferto, |
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a che la vita? |
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E l’inquietudine si fa più viva e più acuto si fa |
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il tormento. Non è forse in questo suo tormento interiore, |
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che egli nasconde sotto la grazia del più dolce |
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dei sorrisi, qualcosa che l’avvicina e lo ricongiunge |
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all’eroe di quella «Angelica» che i suoi genitori |
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conosceranno e leggeranno nell’ora della funebre veglia, |
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e che avrà un cosi grande successo? |
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Non è Leo il temerario eroe che solo ha osato affrontare |
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e vincere il tiranno dinnanzi al quale tutti |
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s’inchinavano tremando? Non è Leo quell’Orlando |
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che ferito a morte dalla stessa Angelica che egli |
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aveva liberata; mentre per l’ultima volta l’aurora |
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tinge per lui il cielo e i campanili di rosa, e la città |
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appare ancor tenue nell’ombra color di viola, nel |
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delirio confessa Tesser suo? Per nen vedere il |
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trionfo dell’ingiustizia egli se ne è andato lontano. |
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Ma da lontano la nostalgia lo prende del |
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grande sole della Patria, delle sue vigne bion |