Wikisource:Testo in evidenza/Archivio/2013: differenze tra le versioni

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[[File:Luigi Arnaldo Vassallo.jpg|70px|right|link=Autore:Luigi Arnaldo Vassallo]]
{{Testo|Dodici monologhi}}
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{{Citazione|{{Centrato}}<big>LA PAURA DEL CORAGGIO.</big></div>
 
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[[File:Francesco De Sanctis ritratto.jpg|70px|right|link=Autore:Francesco De Sanctis]]
{{Testo|Storia della letteratura italiana (De Sanctis)|Storia della letteratura italiana}}
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{{Citazione|Il più antico documento della nostra letteratura è comunemente creduta la [[Rosa fresca aulentissima|Cantilena]] o Canzone di [[Autore:Cielo d'Alcamo|Ciullo]] (diminutivo di Vincenzo) di Alcamo, e una [[Tutto lo mondo vive sanza guerra|Canzone]] di [[Autore:Folcacchiero da Siena|Folcacchiero da Siena]].
 
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[[File:Giovanni Pascoli.jpg|70px|right|link=Autore:Giovanni Pascoli]]
{{Testo|Poesie varie (Pascoli)|Poesie varie}}
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{{Citazione|{{Centrato}}'''LA NOTTE DI NATALE'''</div>
<poem>Sopra la terra le squille suonano
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[[File:Contributo alla storia della letteratura romanesca.djvu|70px|right|link=Autore:Tito Morino]]
{{Testo|Contributo alla storia della letteratura romanesca}}
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{{Citazione|La più antica letteratura romanesca ha avuto la fortuna di richiamare su di se l’attenzione e di eccitare le ricerche del prof. [[Autore:Ernesto Monaci|E. Monaci]], e i saggi che già egli ne ha dati non fanno che suscitare un impaziente desiderio dell’intera illustrazione.
 
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[[File:Vita di monsignor Giacomo Goria vescovo di Vercelli (Cusano).djvu|70px|right|link=Autore:Marco Aurelio Cusano]]
{{Testo|Vita di monsignor Giacomo Goria vescovo di Vercelli (Cusano)|Vita di monsignor Giacomo Goria vescovo di Vercelli}}
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{{Citazione|{{capolettera|D}}ELLA Vita, et Attioni di Monsignor Giacomo Goria Vescovo di Vercelli degnamente n’havrebbe scritto un Padre Panigarola di somma Eloquenza, ò pur il Padre Fedele da San Germano nel Vercellese, Religioso Cappuccino, e Predicatore di maravigliosi effetti, e di non ordinaria facondia, ed assieme certissimo Testimonio di molti Operati del medesimo Monsignor Goria. In mancanza dunque di sì pregiati Scrittori, e per accennare in parte le memorie di sì degno Prelato, convien dirsi, come il nascer suo si fosse nel Luogo di Villafranca Diocesi d’Asti, nel Piemonte, l’anno mille cinquecento settant’uno, d’honestissimo Linaggio, e Religiosi Parenti. Questi, mentre che potè scioglier la lingua, e formar i primi accenti, si dilettava assieme di conoscer i primi Elementi delle Lettere; indi sollevato all’intendimento della latinità, e poscia divenuto rafinato Rettorico, volendo dimostrare l’animo suo inclinato a più perfetto stato, si prese l’Habito d’Ecclesiastico, che le fù conceduto da Monsignor Vescovo d’Asti, il Padre Frà Francesco Panigarola, Religioso de’ Minori Osservanti:|''[[Vita di monsignor Giacomo Goria vescovo di Vercelli (Cusano)/Vita di monsignor Giacomo Goria vescovo di Vercelli|continua a leggere]]''}}
<section end=03-02-2013 />
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[[File:Edmondo de Amicis.jpg|70px|right|link=Autore:Edmondo De Amicis]]
{{Testo|La maestrina degli operai}}
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{{Citazione|Una delle più belle scuole suburbane di Torino, che son tutte nuove e di bell’aspetto, è quella del piccolo sobborgo di Sant’Antonio, posto un miglio fuor di porta e abitato in gran parte da contadini e da operai di due grandi fabbriche di ferramenti e di acido solforico, che lo riempion di rumore e lo copron di fumo. Il sobborgo è formato da una sola strada dritta, fiancheggiata di piccole case e d’orticelli dalla quale si spicca un largo viale, che corre nella campagna aperta: in fondo a questo v’è la chiesa, solitaria, e dall’un dei lati, sul confine d’un campo, la scuola. L’edifizio, piccolo e grazioso, ha cinque stanzoni al pian terreno, per le cinque classi elementari, e due camerette per il cantoniere e sua moglie che servon da bidelli, e al pian di sopra i quartierini per le quattro maestre e un maestro, che hanno ciascuno due camerette e una cucina.|''[[La maestrina degli operai/I|continua a leggere]]''}}
<section end=10-02-2013 />
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[[File:Emilio Salgari ritratto.jpg|70px|right|link=Autore:Emilio Salgari]]
{{Testo|Una sfida al Polo}}
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{{Citazione|— ''Hurràh for miss'' Ellen!...
 
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[[File:RitrattoGMaironiDaPonte.jpg|70px|right|link=Autore:Giovanni Maironi da Ponte]]
{{Testo|Osservazioni sopra alcune particolari petrificazioni nel Monte Misma}}
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{{Citazione|Mentre i più ingegnosi ed arditi indagatori della Natura disputano sul modo, sui mezzi, sui materiali e sulle epoche, in cui è stato conformato il globo, che abitiamo, io, che misuro le mie forze, e ne sento la debolezza, lontano dal decidere se le valli e i monti e l’acqua e l’atmosfera opera sieno di Plutone, di Vulcano o di Nettuno, mi limito ad esaminare i luoghi a me più vicini, per offerire ai geologi qualche osservazione più o meno nuova, più o meno importante, ma sempre veridica ed esatta, che eglino sapranno attaccare a qualche anello della loro sistematica catena, al quale meglio convenga. Io mi reputo fortunato, se posso sollevare un piccol angolo del velo, onde Natura si copre; ma ben mi guardo dal volerne dal poco, che ne veggo, disegnare l’intera figura. Con questo principio, siccome altre volte ho ragionato di alcune di quelle sostanze, per le quali i monti e le valli del nostro Dipartimento si distinguono e si apprezzano, così ora, il mio costume seguendo, parlerò di alcuni corpi particolari, che nel nostro ''Misma'' si trovano degni per mio avviso d’essere illustrati.|''[[Osservazioni sopra alcune particolari petrificazioni nel Monte Misma/Osservazioni sopra alcune particolari petrificazioni nel Monte Misma|continua a leggere]]''}}
<section end=24-02-2013 />
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[[File:Delle strade ferrate e della loro futura influenza in Europa.djvu|page=3|70px|right|link=Autore:Antonio Piola]]
{{Testo|Delle strade ferrate e della loro futura influenza in Europa}}
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{{Citazione|Allorchè l’Europa, uscendo dalle tenebre del medio evo, vedeva crescere e consolidarsi il sistema delle riunioni municipali, e quivi introdursi il proficuo metodo della divisione del lavoro, l’industria guidata da più esperte mani, fomentata dal lusso, e concitata dall’incostanza delle mode, moltiplicava e perfezionava le sue produzioni. L’agricoltura allettata dal maggior consumo delle derrate, estese anch’essa i suoi lavori su più ampj terreni; sorsero allora dal benefico suolo più copiose e più variate produzioni, che porsero all’industria mezzi ragguardevoli e preziosi; l’agricoltura e l’industria con vicendevoli soccorsi furono così l’una all’altra di scala a più alta fortuna.
 
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<section begin=10-03-2013 />
{{Testo|Bergamo e sue valli, Brescia e sue valli, Lago d'Iseo, Valcamonica}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|'''Bergamo''' (380&nbsp;m.; 55,000&nbsp;ab.) giace a guisa di anfiteatro, sopra tre poggi, allo sbocco delle due valli: ''Seriana'' e ''Brembana'', così chiamate dai fiumi ''Serio'' e ''Brembo'' che da dette valli discendono. È città eminentemente commerciale ed industriale, essendo il mercato al quale si provvedono tutte le circostanti vallate.
 
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[[File:Lorenzo Mascheroni.jpg|70px|right|link=Autore:Lorenzo Mascheroni]]
{{Testo|Invito a Lesbia Cidonia ed altre poesie}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Centrato}}{{larger|INVITO A [[Autore:Paolina Secco Suardo|LESBIA CIDONIA]]}}</div>
 
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[[File:Garibaldi e Medici.djvu|page=1|70px|right|link=Autore:Antonio Picozzi]]
{{Testo|Garibaldi e Medici}}
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{{Citazione|Sul declinare di giugno del 1848 il popolo Lombardo, disingannato dagli effimeri trionfi delle armi regie intorno al quadrilatero: venuto a cognizione del continuo ingrossare dell’Austriaco all’agognata riscossa; accortosi, un po’ tardi, della penuria d’uomini atti a guidare lo sbattuto naviglio della testè conquistata indipendenza: misurò con giustificata trepidanza il pericolo d’un generale rovescio e quindi del ritorno dell’abborrito oppressore.
 
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[[File:Leone Duodecimo e Pio Ottavo (Baraldi).djvu|page=1|70px|right|link=Autore:Giuseppe Baraldi]]
{{Testo|Leone Duodecimo e Pio Ottavo (Baraldi)|Leone Duodecimo e Pio Ottavo}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|[[Autore:Papa Leone XII|{{Sc|Leone XII}}]]! [[Autore:Papa Pio VIII|{{Sc|Pio VIII}}]]! — . ''Leone'' che per un lustro governò la Chiesa cattolica, ''Pio'' che dopo trentasei giorni di conclave viene da Dio nella sua misericordia prescelto a nuovo e sommo Gerarca: oh nomi! oh memorie! oh argomento insieme di lutto e di conforto, di timore e di speranza! oh soggetto profondo di adorare gli alti imperscrutabili disegni d’una celeste e ognor presente e mirabile Providenza!
<poem>
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[[File:Davide Riccardi 01.jpg|70px|right|link=Autore:Davide Riccardi]]
{{Testo|Il laicismo (Riccardi)|Il laicismo}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|L’influenza del prete nella società è grandissima, non solo per ciò che opera nell’esercizio del sacro ministero, ma anche fuori di esso.
 
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[[File:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu|70px|right|link=Autore:Giovanni Olivero]]
{{Testo|Memorie storiche della città e marchesato di Ceva}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|Parlando delle antichità di Ceva sarebbe pregio dell’opera il tener discorso pur anche degli antichi popoli che abitarono queste contrade, quali furono i Liguri, i Stazielii, i Vagienni, i Galli Cispadani, i Romani, ecc., ma siccome di questi scrissero diffusamente tanti eruditi scrittori di cose patrie, tra i quali tiene un luogo distinto il Jacopo Durandi per le sue elaborate ricerche sugli antichi popoli d’Italia, e sul Piemonte Cispadano antico, dato alle stampe in Torino negli anni 1769 e 1774 io per non ripetere le stesse cose mi restringerò a parlar di Ceva.
 
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[[File:Cavallotti.jpg|70px|right|link=Autore:Felice Cavallotti]]
{{Testo|Italia e Grecia}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{smaller|Con la precedente lettera ricevetti, infatti, la seguente, dell’ottobre 1887, che l’on. Cavallotti allora diresse al Ministro di Grecia in Roma, signor Papagiropoulo, in risposta all’annunzio ufficiale che gli dava di aver ricevuto da Atene per lui il diploma e le insegne di Commendatore dell’''[[w:Ordine del Salvatore|Ordine del Salvatore]].''}}
 
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[[File:Cavallotti.jpg|70px|right|link=Autore:Felice Cavallotti]]
{{Testo|Commemorazione di Paolo Ferrari}}
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{{Citazione|
::{{Sc|Illustre Sindaco!}}
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[[File:Giacomo Leopardi.jpg|70px|right|link=Autore:Giacomo Leopardi]]
{{Testo|Canti (Leopardi - Donati)|Canti}} a cura di Alessandro Donati
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Centrato}}I
 
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[[File:Matania Edoardo - Ritratto giovanile di Carlo Cattaneo - xilografia - 1887.jpg|70px|right|link=Autore:Carlo Cattaneo]]
{{Testo|Ricerche sul progetto di una strada di ferro da Milano a Venezia}}
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{{Citazione|{{Centrato|1.}}
L’impresa di una strada ferrata vuolsi considerare sotto due aspetti distinti. L’uno riguarda l’''utilità'' da conseguirsi; l’altro riguarda la material ''costruzione'' dei lavori.
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<section begin=16-06-2013 />
{{Testo|Da Quarto al Faro}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|[[File:Da Quarto al Faro p011.jpg|400px|center]]
 
Riga 308:
[[File:Componimenti scritti per chiarire taluni punti oscuri della fisica arcana.djvu|page=6|70px|right|link=Autore:Salvatore Fenicia]]
{{Testo|Componimenti scritti per chiarire taluni punti oscuri della fisica arcana}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Centrato}}POCHE PAROLE
 
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[[File:Stecchetti.jpg|70px|right|link=Autore:Olindo Guerrini]]
{{Testo|Postuma}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Centrato}}{{larger|AL LETTORE}}</div>
 
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[[File:I precursori di Lombroso.djvu|70px|right|link=Autore:Giuseppe Antonini]]
{{Testo|I precursori di Lombroso}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Sc|[[Autore:Cesare Lombroso|Cesare Lombroso]]}}, colla pubblicazione dell’''[[L'uomo delinquente|Uomo delinquente]]'' in rapporto alla antropologia, giurisprudenza e discipline carcerarie, nel 1876, determinava una nuova orientazione del diritto penale, ed iniziava un’êra gloriosa per la scienza italiana, facendosi centro di un vasto movimento scientifico nel campo di tutte le discipline biologiche e giuridiche.
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[[File:La cavalleria italiana e le sue riforme.djvu|page=7|70px|right|link=Autore:Achille Boccanera]]
{{Testo|La cavalleria italiana e le sue riforme}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|I cambiamenti arrecati al sistema di guerra dalle nuove armi di precisione e dagli altri trovati della scienza hanno addotto la necessità d’adattarvi la tattica delle varie armi e gli ordinamenti loro.
 
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[[File:Giovanni Pascoli.jpg|70px|right|link=Autore:Giovanni Pascoli]]
{{Testo|Odi e inni}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Centrato}}'''LA PICCOZZA'''</div>
 
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[[File:Epigrammi di Dafnide Eretenia.djvu|page=5|70px|right|link=Autore:Vittoria Madurelli Berti]]
{{Testo|Epigrammi di Dafnide Eretenia}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Centrato}}{{larger|'''EPIGRAMMI'''}}</div>
 
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[[File:Emilio Salgari ritratto.jpg|70px|right|link=Autore:Emilio Salgari]]
{{Testo|Le Aquile della steppa}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Centrato|CAPITOLO I.
 
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[[File:ClementinoVannetti.jpg|70px|right|link=Autore:Clementino Vannetti]]
{{Testo|Memorie sulla dimora del sig. Cagliostro in Roveredo}}
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{{Citazione|<center>I.</center>
{{Capolettera|N}}Ell’ottavo anno dell’Impero di Giuseppe Cesare, entrato in Roveredo Cagliostro, ivi fermossi. E chi scrive, di là passando il vide da una finestra, ed era con lui sua moglie, circa le ore sette pomeridiane. E tutto il popolo lo riguardava con ammirazione. E alcuni dicevano esser egli l’Anticristo, altri un Mago, e così a vicenda disputavano. Egli poi gli derideva, dicendo, ignoro io stesso chi mi sia, so bene che curo gli infermi, che giovo agli ignoranti col consiglio, e somministro danaro ai poveri. Molte cose sono scritte di me con vanità e bugia, perchè il vero è a tutti celato. È necessario poi ch’io muoja, e allora si farà chiaro dalla mia penna ciò che io feci. Ed essendosi fatta notte, da lui molti radunavansi, e di molte cose l’interrogavano. E similmente la mattina riceveva tutti coloro, che cercavan parere sui loro incomodi. Molto poi essi temevano. Vennero da lui di notte alcuni amatori di cose nuove e recondite, cui manifestò le sue azioni: Battista fratello di Nicola, e Luigi, ed altri.|''[[Memorie sulla dimora del sig. Cagliostro in Roveredo/I|continua a leggere]]''}}
Riga 469:
[[File:Bernardino Baldi.jpeg|70px|right|link=Autore:Bernardino Baldi]]
{{Testo|Cronica de Matematici}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Capolettera|[[File:Cronica de Matematici Lettera E.png|80px|E]]}}'''UFORBO''' di Frigia fù il primo de nominati fra Greci, che instituì le contemplationi Matematiche, e come scrive [[Autore:Diogene Laerzio|Laertio]], trovò le specolationi delle linee, e de triangoli scaleni.
 
Riga 484:
<section begin=08-09-2013 />
{{Testo|Colpo d'occhio a Roma}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|[[File:Colpo d'occhio a Roma p007.jpg|300px|center]]
 
Riga 499:
[[File:Armoiries Sardaigne 1831.png|70px|right|link=Autore:Regno di Sardegna]]
{{Testo|Regno di Sardegna - Regolamento degli uffizi di notaio e d'insinuatore 9 novembre 1770|Regolamento degli uffizi di notaio e d'insinuatore}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{capolettera|[[File:N -notaio ed insinuatore.png|100px|N]]|}}{{Sc|elle}} Regie Costituzioni S. M. ha prescritto quelle Leggi generali, colle quali, fissate le basi della validità degli atti, e contratti, non meno che de’ principali doveri di coloro, che vorranno esercitare l’importante uffizio di Notaio, fossero sempre più assicurati gl’interessi de’ suoi Sudditi, e si serbasse incontaminata la pubblica fede: ha pure esteso a quelle Provincie, dove non erasi per anco introdotto, lo stabilimento della Insinuazione, affinché tutti gli Stati potessero ugualmente partecipare de’ riguardevoli vantaggi, che derivano dalla esatta cura, e custodia in pubblici Archivj degli Atti, e Contratti, dalla facilità di farne le ricerche, e di averne con leggiere spesa le copie d’incontrastabile autenticità rivestite. Si è però riserbata di comprendere in particolare Regolamento le Leggi tutte, sotto cui dovranno esercitarsi in avvenire gli uffizj di Notaio, e d’Insinuatore; quindi, avendo fatto raccogliere i provvedimenti dati per l’addietro dalla medesima M. S., e da suoi Predecessori, con avervi fatto le variazioni, ed aggiunte, che al lume della sperienza le sono parute più proprie pel conseguimento del fine propostosi, [...]|''[[Regno di Sardegna - Regolamento degli uffizi di notaio e d'insinuatore 9 novembre 1770/Preambolo|continua a leggere]]''}}
<section end=27-10-2013 />
Riga 507:
[[File:Archimede reintegrato.djvu|page=5|70px|right|link=Autore:Agatino Daidone]]
{{Testo|Archimede reintegrato - Idrolibra}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Capolettera|[[File:Idrolibra N miniata.png|100px|N]]}}Ell’anno 1716. si scoprivano in Sicilia molte Monete d’oro falsificate, e cercandone gli Orefici la mistione col loro modo usato, diedero motivo di attaccarsi una questione in una assemblea di uomini dotti, e virtuosi: alcuni tra questi si lamentavano de’ Siciliani di oggidì, come inferiori nell’ingegno a’ Siciliani de’ tempi antichi, e facevansi ragione, arringando moltissime di quelle ingegnose invenzioni, ritrovate da’ famosi antichi Siciliani, tra’ quali celebravano più quelle di [[Autore:Archimede|Archimede]] Siracusano, di cui si dice, che col mezzo dell’acqua avesse scoperta la mistione dell’argento, che l’Orefice aveva frapposto nella corona lavorata per il Re {{w|Gerone II|Jerone}}. Questo artificio, ripigliarono allora alcuni tra quei della dotta assemblea, da nessuno è stato a’ tempi nostri pratticato: altri aggiunsero, che questa invenzione di Archimede non corrispondeva all’esperienza, nello scoprimento della mistione dell’oro coll’argento, e pretendevano essi cavar diverse conseguenze sì dalla dottrina del [[Autore:Galileo Galilei|Galileo]], come dalla dimostrazione fatta dal Dot. D. {{AutoreCitato|Giovanni Battista Hodierna|Gio:Battista Odierna}} nel suo Archimede Redivivo.|''[[Archimede reintegrato - Idrolibra/Archimede reintegrato|continua a leggere]]''}}
<section end=20-10-2013 />
Riga 515:
[[File:Baldassarre Boncompagni.png|70px|right|link=Autore:Baldassarre Boncompagni]]
{{Testo|Andrea Conti Matematico ed Astronomo}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|'''N'''el discorrer la vita e le opere de’ valentuomini, due fini sommamente utili possono raggiugnersi: l’uno di onorarne la memoria, l’altro d’animar que’ che rimangono a seguitarne la virtù ed il sapere. Argomento opportuno a ciò ne porge quell’illustre Andrea Conti testè rapito alle scienze. Ed in vero all’eminente suo merito ben si conviene un tributo d’ammirazione e di lode: e la sposizione di una vita passata tutta ne’ buoni studi, e in far fiorire le matematiche, e massimamente l’astronomia, potrà esser forse all’animo de’ giovani di alcuno stimolo per coltivare gloriosamente sì nobili e sì utili discipline. Abbiamo quindi cagione a sperare che queste notizie di lui e de’ suoi scritti non torneranno discare a’ nostri lettori.
 
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[[File:Francesco Hayez 040.jpg|70px|right|link=Autore:Alessandro Manzoni]]
{{Testo|I promessi sposi}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Centrato}}{{larger|'''INTRODUZIONE.'''}}</div>
 
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[[File:Francesco Hayez 040.jpg|70px|right|link=Autore:Alessandro Manzoni]]
{{Testo|Storia della colonna infame}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|{{Centrato}}<big>INTRODUZIONE.</big></div>
 
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[[File:Gli amori pastorali di Dafni e Cloe.djvu|page=2|70px|right|link=Autore:Longo Sofista]]
{{Testo|Gli amori pastorali di Dafni e Cloe}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|''Nell’isola di Lesbo cacciando, e per lo bosco delle ninfe attraversando, mi si scoperse nel mezzo di esso uno a lor sacro, solitario e venerando tempietto: e già dalla caccia affannato, per alquanto riposarmi, e per le Dee visitare entrandovi, mi s’offerse nella prima giunta una vista bellissima sopra quante ne vedessi giammai. Vidi attaccata alla parete d’incontro una Tavola dipinta; la sua dipintura rappresentava una istoria d’Amore. Era il bosco ancor esso bellissimo, ombroso, erboso, fiorito e d’acque d’ogn’intorno rigato, e tutti insieme l’erbe, gli alberi, ed i fiori erano per molti rivi da una fontana sola nutriti. Ma sopra modo piacevolissima si mostrava l’istoria della pittura, copiosa, artificiosa ed amorosa tanto, che molti forestieri, per fama, da ogni banda vi concorrevano, mossi {{Pt|o|e}} dalla devozione delle Ninfe, e dalla vaghezza della pittura. Il componimento dell’istoria erano donne che partorivano, altre che i lor parti adornavano, e certe che in deserto li gittavano.''|''[[Gli amori pastorali di Dafni e Cloe/Proemio|continua a leggere]]''}}
<section end=17-11-2013 />
Riga 554:
<section begin=24-11-2013 />
{{Testo|Il Castello di Malpaga}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|[[File:Il castello di Malpaga p005.jpg|400px|center]]
 
Riga 566:
[[File:Bartolomeo Borghesi - Imagines philologorum.jpg|70px|right|link=Autore:Bartolomeo Borghesi]]
{{Testo|Memoria sullo scavo della via Appia}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|Quei, che istruito nelle antiche memorie delle classiche latine lettere uscito di Roma inoltrandosi per l’Appia via voglia immaginarsi quale essa fosse ne’ prischi tempi della repubblica e dell’impero, grandi cose ad ogni istante vede che gli si parano agli occhi dell’immaginazione. Dove si presentano orti ameni con magnifici ninfei portici e palaggi, dove ampie ville con ogni genere di delizie e private e pubbliche, dove templi eretti alle antiche bugiarde deità, e ad ogni passo lungo te via inalzati sepolcri in tutte ragioni di specie di tempi di nomi. Meravigliandosi che tale incantevole scena sia del tutto sparita, che de’più grandiosi sepolcrali monumenti ne restino miseri avanzi ove s’abbarbica l’edera e annidansi i corbi e che su la famosa regina delle vie sepolta vi pascoli l’armento, cercando in sua mente la causa di sì variata fortuna, vede che nel moribondo e spento Romano impero pel corso di dieci secoli con varie incursioni Goti, Longobardi e Saraceni spogliarono e devastarono la misera Roma e suoi contorni, depredando quanto v’avea di prezioso agli occhi loro, e devastando quanto avea saputo creare l’arte Greco-Romana alimentata da ricchezze e da lusso incredibile, vede a tanta decadenza avervi posto mano l’odio delle sempre malaugurate fazioni cittadine, spopolando il paese e distruggendo e cambiando i più cospicui e robusti monumenti in fortezze, alle quali cose vi vede unita la distruzione del tempo vorace e del male inteso particolare interesse.|''[[Memoria sullo scavo della via Appia/Scavo|continua a leggere]]''}}
<section end=01-12-2013 />
Riga 574:
[[File:Silvio Pellico.jpg|70px|right|link=Autore:Silvio Pellico]]
{{Testo|Le mie prigioni}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|''{{xx-larger|H}}o io scritto queste Memorie per vanità di parlar di me? Bramo che ciò non sia, e per quanto uno possa di sè giudice costituirsi, parmi d’avere avuto alcune mire migliori: — quella di contribuire a confortare qualche infelice coll’esponimento de’ mali che patii e delle consolazioni ch’esperimentai essere conseguibili nelle somme sventure; — quella d’attestare che in mezzo a’ miei lunghi tormenti non trovai pur l’umanità così iniqua, così indegna d’indulgenza, così scarsa d’egregie anime, come suol venire rappresentata; — quella d’invitare i cuori nobili ad amare assai, a non odiare alcun mortale, ad odiar solo irreconciliabilmente le basse finzioni, la pusillanimità, la perfidia, ogni morale degradamento; — quella di ridire una verità già notissima, ma spesso dimenticata: la Religione e la Filosofia comandare l’una e l’altra energico volere e giudizio pacato, e senza queste unite condizioni non esservi nè giustizia, nè dignità, nè principii securi.''|''[[Le mie prigioni/Introduzione|continua a leggere]]''}}
<section end=08-12-2013 />
Riga 582:
[[File:Ercole Luigi Morselli.jpg|70px|right|link=Autore:Ercole Luigi Morselli]]
{{Testo|Favole per i Re d'oggi}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|«''Un giorno la Verità, nuda così, com’è solita andare pe’ ’l mondo, si presentò al trono di un re. Appena si seppe chi era e quel che voleva dire, subito le piovvero addosso mille villanie, e il re, più inviperito di tutti, ordinò alle guardie che cacciassero incontanente quella spudorata dal suo palazzo.''
 
Riga 595:
<section begin=22-12-2013 />
{{Testo|Della scoperta del nuovo pianeta Cerere Ferdinandea}}
<div style="margin-bottom:2em" ></div>
{{Citazione|[[File:Della scoperta del nuovo pianeta Cerere Ferdinandea p5.jpg|center|400px]]
 
Riga 606:
<section begin=29-12-2013 />
{{Testo|Novelle rusticane}}
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