Pagina:Basile - Lu cunto de li cunti, Vol.I.djvu/21: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | È incerto l’anno della nascita del Basile; meno incerto, quantunque anche controverso, il luogo, dove nacque. Ma le più probabili congetture menano a conchiudere che egli dovè nascere a Napoli, e forse nel villaggio di Posilipo, intorno al 1575, poco più, poco meno<ref>Vedi appendici ''A'' e ''B'', sulla patria, e la data di nascita del Basile.</ref>. |
||
⚫ | |||
⚫ | |||
intorno al 1575, poco più, poco meno<ref>Vedi appendici ''A'' e ''B'', sulla patria, e la data di nascita del Basile.</ref>. |
|||
È ignoto il nome di suo padre; sua madre si chiamava Cornelia Daniele, Egli ebbe varii fratelli e sorelle. I fratelli si chiamarono Lelio, Francesco, e un altro, forse, Giuseppe; le sorelle, Vittoria, Margherita, e la famosa Adriana, la ''bella Adriana''. Del suo parentado sappiamo anche che era suo cugino, per parte di madre, il padre Alfonso Daniele, dell’ordine agostiniano<ref>V. append. ''C'', sulla famiglia del Basile.</ref>. |
È ignoto il nome di suo padre; sua madre si chiamava Cornelia Daniele, Egli ebbe varii fratelli e sorelle. I fratelli si chiamarono Lelio, Francesco, e un altro, forse, Giuseppe; le sorelle, Vittoria, Margherita, e la famosa Adriana, la ''bella Adriana''. Del suo parentado sappiamo anche che era suo cugino, per parte di madre, il padre Alfonso Daniele, dell’ordine agostiniano<ref>V. append. ''C'', sulla famiglia del Basile.</ref>. |
||
Poco sappiamo della sua fanciullezza. Sembra che fosse compagno di scuola di Giulio Cesare Cortese; perchè questi, in un luogo di un suo poema, lo nomina, dicendolo: |
Poco sappiamo della sua fanciullezza. Sembra che fosse compagno di scuola di Giulio Cesare Cortese; perchè questi, in un luogo di un suo poema, lo nomina, dicendolo: |
||
<poem> |
{{Blocco centrato|<poem>{{spazi|40}}chillo, |
||
Che la fortuna amico me facette |
|||
Da che jeva a la scola, peccerillo<ref><i>''Viaggio di Parnaso''</i>, IV, 40. Delle opere del Cortese cito l’ediz. del 1621, per la quale v. più oltre cap. II, di questa ''Introd''.</ref>! |
|||
</poem> |
</poem>}} |
||
{{nop}} |
{{nop}} |