Pagina:Delle cinque piaghe della Santa Chiesa (Rosmini).djvu/58: differenze tra le versioni
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<p>Già fino nel gran Concilio Niceno si sentì il bisogno di fermare con un canone (''can.'' 6{{Pt|.|}}) l’apostolica e divina consuetudine delle elezioni; il che prova che appena gl’imperatori furono cristiani, la libertà della Chiesa s’accorse d’essere minacciata. Per la stessa cagione i |
<p>Già fino nel gran Concilio Niceno si sentì il bisogno di fermare con un canone (''can.'' 6{{Pt|.|}}) l’apostolica e divina consuetudine delle elezioni; il che prova che appena gl’imperatori furono cristiani, la libertà della Chiesa s’accorse d’essere minacciata. Per la stessa cagione i Concili susseguenti non mancarono di pubblicar decreti perchè restasse fermo l’antico e legittimo modo di eleggere i Vescovi per via di Clero e popolo; intra gli altri l’Antiocheno, can. 19 e 23.</p> |
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Fra’ canoni apostolici se ne trova uno, ed è il {{Sc|xxix}}, che dice così: «Se un Vescovo, facendo uso de’ principi secolari, ha ottenuto la Chiesa pel loro favore, sia deposto, segregato, e simigliantemente sia fatto di tutti quelli che con lui comunicano.» |
Fra’ canoni apostolici se ne trova uno, ed è il {{Sc|xxix}}, che dice così: «Se un Vescovo, facendo uso de’ principi secolari, ha ottenuto la Chiesa pel loro favore, sia deposto, segregato, e simigliantemente sia fatto di tutti quelli che con lui comunicano.» |