Pagina:Le confessioni di Lev Tolstoj.djvu/57: differenze tra le versioni

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La contraddizione che risultava da tutto questo non aveva che due uscite: o ciò ch'io chiamavo ragione non era tanto ragionevole quanto io pensavo, o ciò che mi sembrava irragione non lo era tanto quanto me l'immaginavo. E mi misi a controllare il cammino dei miei ragionamenti sulla scienza ragionata.
La contraddizione che risultava da tutto questo non aveva che due uscite: o ciò ch’io chiamavo ragione non era tanto ragionevole quanto io pensavo, o ciò che mi sembrava irragione non lo era tanto quanto me l’immaginavo. E mi misi a controllare il cammino dei miei ragionamenti sulla scienza ragionata.


Sottoposto a questo controllo, il mio ragionamento mi pareva completamente esatto. La conclusione che la vita è un nulla, era inevitabile. Ma scorsi il mio errore: avevo ragionato senza conformarmi alla questione che avevo posta.
Sottoposto a questo controllo, il mio ragionamento mi pareva completamente esatto. La conclusione che la vita è un nulla, era inevitabile. Ma scorsi il mio errore: avevo ragionato senza conformarmi alla questione che avevo posta.


La questione era questa: Perchè devo vivere, cioè quale sarà il risultato vero, indistruttibile della mia vita effimera e distruttibile? Qual senso ha la mia esistenza limitata in quest'universo infinito?
La questione era questa: Perchè devo vivere, cioè quale sarà il risultato vero, indistruttibile della mia vita effimera e distruttibile? Qual senso ha la mia esistenza limitata in quest’universo infinito?


E per rispondere a questa domanda studiai la vita.
E per rispondere a questa domanda studiai la vita.