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le confessioni 55

negazione della vita. Secondo la scienza ragionata, la vita non può esser che un male. Ma gli uomini lo sanno, dipende da essi di non vivere ed hanno vissuto e vivono; vivo io stesso, benchè sappia da un pezzo che la vita è un controsenso, un male. Dalla fede risulta che, per comprendere il senso della vita, devo rinunciare alla ragione, a questa stessa ragione per cui il senso è necessario.


IX.


La contraddizione che risultava da tutto questo non aveva che due uscite: o ciò ch’io chiamavo ragione non era tanto ragionevole quanto io pensavo, o ciò che mi sembrava irragionevole non lo era tanto quanto me l’immaginavo. E mi misi a controllare il cammino dei miei ragionamenti sulla scienza ragionata.

Sottoposto a questo controllo, il mio ragionamento mi pareva completamente esatto. La conclusione che la vita è un nulla, era inevitabile. Ma scorsi il mio errore: avevo ragionato senza conformarmi alla questione che avevo posta.

La questione era questa: Perchè devo vivere, cioè quale sarà il risultato vero, indistruttibile della mia vita effimera e distruttibile? Qual senso ha la mia esistenza limitata in quest’universo infinito?

E per rispondere a questa domanda studiai la vita.

Evidentemente le soluzioni di tutti i problemi possibili della vita non potevano soddisfarmi, perchè la mia questione, quantunque sembri molto semplice a tutta prima, esige la spiega-