Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu/25: differenze tra le versioni

Silvio Gallio (discussione | contributi)
 
Silvio Gallio (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Pt|scere|pascere}} più l'anima che i sensi, volle ridursi a Venezia, vedendo tuttavia continuare le guerre in Lombardia, senza speranza di pace.
{{Pt|scere|pascere}} più l'anima che i sensi, volle ridursi a Venezia, vedendo tuttavia continuare le guerre in Lombardia, senza speranza di pace.


In Venezia avea <ref>''Nelle senil. lib. 13. Ep. 8.''</ref>, com'è detto, casa, ed a Padova un Canonicato, e dall'uno all'altro luogo andava senza discomodo, e piacevagli alle volte starsi in Arquato, villa sui colli di Padova, ove s'aveva a suo gusto fabbricata una casa per godere la solitudine, conforme al desiderio suo naturale: e buona parte del tempo stava in Venezia; e continuò quella vita fino a tanto che tra i Signori Veneziani <ref>''Ivi, lib. 13. Ep. 8.''</ref>, e il Signor Francesco da Carrara si ruppe la guerra; al qual tempo parve al Petrarca, per torre ogni sospetto che qualche maligno avesse potuto pigliare, di ridursi ad Arquato, e servire, come poteva, alle volte al suo Canonicato in Padova. Ed ancorachè in quel tempo [[w:Papa Urbano V|Urbano V]] passasse da Avignone a Roma, ed inviasse con grandissima instanza il Petrarca a essere seco, per non affaticarlo, come scriveva, ma solo per onorarne la Corte, e trattarlo bene; nientedimeno, essendo già vecchio, e mal sano, non si partì; e ne fece scusa col Papa <ref>''Ivi, lib. 11.1 e 2. Ep.''</ref>: attendendo tuttavia alle lettere sacre, ed a morire, come diceva, in porto, essendo vissuto in tempesta: E così tra' suoi santi pensieri, e con gli amici suoi cari, ch'alle volte lo visitavano in Arquato, tra' quali era il Signor medesimo di Padova, andava verso la fine, sentendo ogni dì il corpo più fiacco, e dalle malattie, com'esso dice, assediato; che tanto più di
In Venezia avea <ref>''Nelle senil. lib. 13. Ep. 8.''</ref>, com'è detto, casa, ed a Padova un Canonicato, e dall'uno all'altro luogo andava senza discomodo, e piacevagli alle volte starsi in Arquato, villa sui colli di Padova, ove s'aveva a suo gusto fabbricata una casa per godere la solitudine, conforme al desiderio suo naturale: e buona parte del tempo stava in Venezia; e continuò quella vita fino a tanto che tra i Signori Veneziani <ref>''Ivi, lib. 13. Ep. 8.''</ref>, e il Signor Francesco da Carrara si ruppe la guerra; al qual tempo parve al Petrarca, per torre ogni sospetto che qualche maligno avesse potuto pigliare, di ridursi ad Arquato, e servire, come poteva, alle volte al suo Canonicato in Padova. Ed ancorachè in quel tempo [[w:Papa Urbano V|Urbano V]] passasse da Avignone a Roma, ed inviasse con grandissima instanza il Petrarca a essere seco, per non affaticarlo, come scriveva, ma solo per onorarne la Corte, e trattarlo bene; nientedimeno, essendo già vecchio, e mal sano, non si partì; e ne fece scusa col Papa <ref>''Ivi, lib. 11.1 e 2. Ep.''</ref>: attendendo tuttavia alle lettere sacre, ed a morire, come diceva, in porto, essendo vissuto in tempesta. E così tra' suoi santi pensieri, e con gli amici suoi cari, ch'alle volte lo visitavano in Arquato, tra' quali era il Signor medesimo di Padova, andava verso la fine, sentendo ogni dì il corpo più fiacco, e dalle malattie, com'esso dice, assediato; che tanto più di
{{nop}}
{{nop}}