A Francesco Saverio Fabre: differenze tra le versioni
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E qual tu il pingi, Artefice elegante,
Dal dl ch'io vidi nel mio patrio tetto
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Armi vaneggio, e il docile intelletto
Contesi alle febee Vergini sante;
Armi, armi grido; e Libertade affretto
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Voce inerme che può? Marte raccende,
Vedilo, all'opre e a sacra ira le genti:
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Pur, se nell'onta della Patria assorte
Fien mie speranze, e i dì taciti e spenti,
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