A Francesco Saverio Fabre: differenze tra le versioni

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E qual tu il pingi, Artefice elegante,
Dal dl ch'io vidi nel mio patrio tetto
{{vr|4}}Libertà con incerte orme vagante.
 
Armi vaneggio, e il docile intelletto
Contesi alle febee Vergini sante;
Armi, armi grido; e Libertade affretto
{{vr|8}}Più ognor deluso e pertinace amante.
 
Voce inerme che può? Marte raccende,
Vedilo, all'opre e a sacra ira le genti:
{{vr|11}}Siede Italia, e al flagel l'omero tende.
 
Pur, se nell'onta della Patria assorte
Fien mie speranze, e i dì taciti e spenti,
{{vr|14}}Per te il mio volto almen vince la morte.
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