Iliade (Monti)/Libro IV: differenze tra le versioni

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==__MATCH__:[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/94]]==
{{Centrato|ILIADE
 
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neghittose in disparte ambo si stanno
sol del vederlo dilettate. Intanto
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/95]]==
<poem>
fida al fianco di Paride l’amica{{R|15}}
del riso Citerea lungi respinge
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e di tutti i Troiani? Or su, fa come
più ti talenta, onde fra noi sorgente
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/96]]==
<poem>
d’acerbe risse in avvenir non sia
questo dissidio: ma riponi in petto{{R|50}}
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gli altri Eterni. Or tu ratto invìa Minerva
fra i due commossi eserciti, onde spinga
i Troiani ad offendere primieri,
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/97]]==
<poem>
ad offendere primieri,
rotto l’accordo, i baldanzosi Achei.
Assentì Giove al detto, ed a Minerva,{{R|85}}
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colmeratti, vedendo il suo rivale{{R|115}}
montar sul rogo, dal tuo stral trafitto.
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/98]]==
<poem>
Su via dunque, dardeggia il burbanzoso
Atride, e al licio saettante Apollo
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di volar fra le turbe. Ma non fûro
immemori di te, tradito Atride,{{R|150}}
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/99]]==
<poem>
in quel punto gli Dei. L’armipotente
figlia di Giove si parò davanti
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Per man tenealo intanto Agamennóne,
ed altamente fra i dolenti amici
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/100]]==
<poem>
sospirando dicea: Caro fratello,{{R|185}}
perché qui morto tu mi fossi, io dunque
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siccome or fece, senza pro guidando
l’argoliche falangi a questo lido,
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/101]]==
<poem>
d’onde scornato su le vote navi
alla patria tornò, qui derelitto{{R|220}}
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va del nostro dolor. Corri, e lo sana.
Al tristo annunzio si commosse il figlio
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/102]]==
<poem>
d’Esculapio; e veloci attraversando
il largo campo acheo, fur tosto al loco
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l’accordo vïolò, pasto vedrassi{{R|285}}
di voraci avoltoi, mentre captive
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/103]]==
<poem>
le dilette lor mogli in un co’ figli
noi nosco condurremo, Ilio distrutto.
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quando ti prende di bombar la voglia.
Or entra nella pugna, e tal ti mostra{{R|320}}
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/104]]==
<poem>
qual dianzi ti vantasti. - E de’ Cretensi
a lui lo duce: Atride, io qual già pria
Line 373 ⟶ 413:
per le man degli Achei Troia cadrebbe.
Così detto lasciolli, e procedendo
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/105]]==
<poem>
a Nestore arrivò, Nestore arguto{{R|355}}
de’ Pilii arringator, che in ordinanza
Line 407 ⟶ 451:
La ria vecchiezza, che a null’uom perdona,
ti logora le forze: ah perché d’altro
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/106]]==
<poem>
guerrier non grava la crudel le spalle!
perché de’ tuoi begli anni è morto il fiore!{{R|390}}
Line 441 ⟶ 489:
gli altri aspettando, e separati? A voi
entrar conviensi nella mischia i primi,
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/107]]==
<poem>
perché primi io vi chiamo anche ai conviti
ch’ai primati imbandiscono gli Achei.
Line 475 ⟶ 527:
con questi accenti rampognollo: Ahi figlio{{R|455}}
del bellicoso cavalier Tidèo,
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/108]]==
<poem>
di che paventi? Perché guardi intorno
le scampe della pugna? Ah! non solea
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tutti, ed un solo per voler de’ numi,
il sol Meone rimandonne a Tebe.{{R|490}}
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/109]]==
<poem>
Tal fu l’etòlo eroe, padre di prole
miglior di lingua, ma minor di fatti.
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orribilmente freme, e intorno agli erti
scogli s’arriccia, li sormonta, e in larghi
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/110]]==
<poem>
sprazzi diffonde la canuta spuma:{{R|525}}
incessanti così l’una su l’altra
Line 577 ⟶ 640:
ne’ risonanti usberghi, e delle colme
targhe già il cozzo si sentìa, levossi
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/111]]==
<poem>
un orrendo tumulto. Iva confuso
col gemer degli uccisi il vanto e il grido{{R|560}}
Line 611 ⟶ 678:
Simoesio, cui scesa dall’Idee
cime la madre partorì sul margo
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/112]]==
<poem>
del Simoenta, un giorno ivi venuta
co’ genitori a visitar la greggia;
Line 645 ⟶ 716:
rivolgendo, librò l’asta lucente.{{R|625}}
Si misero a quell’atto in guardia i Teucri,
 
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/113]]==
<poem>
e lo cansâr; ma quegli il telo a vôto
non sospinse, e ferì Democoonte,
Line 679 ⟶ 754:
fu l’Imbraside Piro che de’ Traci
condottiero dall’Eno era venuto.{{R|660}}
</poem>
==[[Pagina:Iliade (Monti).djvu/114]]==
<poem>
Franse ambidue li nervi e la caviglia
l’improbo sasso, ed ei cadde supino