Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/413: differenze tra le versioni

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{{Colonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>
{{Colonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>causa della tolleranza, {{Pg|12|t. VII, p. 12.|sdVII}} Scorre per la Gallia, distruggendo ed atterrando gl’idoli ed i templi, {{Pg|372|t. VII, p. 372.|sdVII}}


''Giubbileo''. Sua istituzione, e primo Giubbileo, {{Pg|198|t. XIII, p. 198.|sdXIII}} Giubbileo secondo, {{Pg|202|t. XIII, p. 202.|sdXIII}}
{{Sc|Martino IV}}, Papa, {{Pg|174|t. XIII, p. 174.|sdXIII}}


{{Sc|Martino V}}, Papa. Sua elezione, {{Pg|277|t. XIII, p. 277.|sdXIII}} Suo governo, {{Pg|277|t. XIII, p. ''ivi''.|sdXIII}}
''Giudei''. Unico popolo che siasi rifiutato di soscriversi al commercio universale del Genere umano, {{Pg|247|t. II, p. 247.|sdII}} Sottomessi ai successori di Alessandro, sortirono dall’oscurità, {{Pg|248|t. II, p. 248.|sdII}} Il loro attaccamento alle leggi di Mosè uguagliava l’abborrimento che avevano per le religioni straniere, {{Pg|249|t. II, p. 249.|sdII}} La religione Giudaica credeva più fermamente le tradizioni de’ suoi maggiori che le testimonianze de’ proprii sensi, {{Pg|251|t. II, p. 251.|sdII}} Era proibito ai Giudei di contrarre matrimonio o affinità colle altre nazioni, {{Pg|251|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} I Giudei convertiti, riconoscevano nella persona di Gesù il Messia annunciato da’ vecchi oracoli, {{Pg|255|t. II, p. 255.|sdII}} I primi quindici Vescovi di Gerusalemme furono tutti Giudei circoncisi, {{Pg|256|t. II, p. 256.|sdII}} Sotto il regno di Adriano, il disperato fanatismo de’ Giudei pose il colmo alle loro calamità, {{Pg|258|t. II, p. 258.|sdII}} La dottrina dell’immortalità dell’anima non accennata nella legge di Mosè, {{Pg|276|t. II, p. 276.|sdII}} Orribili crudeltà commesse dai Giudei nelle città d’Egitto, di Cipro e di Cirene, {{Pg|8|t. III, p. 8.|sdIII}} L’indole mansueta di Antonino Pio restituisce ai Giudei gli antichi loro privilegi, {{Pg|9|t. III, p. 9.|sdIII}} Sdegnando di trattare cogli altri {{AltraColonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>popoli, godevano in libertà l’esercizio della loro insocievole religione, {{Pg|11|t. III, p. 11.|sdIII}} Gl’Imperadori decretano una capitazione generale sul popolo Giudaico, {{Pg|35|t. III, p. 35.|sdIII}} I Giudei sono protetti da Giuliano l’Apostata, {{Pg|279|t. IV, p. 279.|sdIV}} Sono perseguitati nella Spagna, {{Pg|69|t. VII, p. 69.|sdVII}} Oppressi da Giustiniano, {{Pg|82|t. IX, p. 82.|sdIX}}


''Martiri e Martirio''. Loro numero meno considerevole di quanto è stato esagerato, {{Pg|48|t. III, p. 48.|sdIII}} Su quanto possa credersi intorno ai patimenti de’ martiri, {{Pg|106|t. III, p. 106.|sdIII}} Loro numero, {{Pg|109|tom. III, p. 109.|sdIII}} Culto dei martiri cristiani circa il quattrocento, {{Pg|389|t. V, p. 389.|sdV}} Riflessioni generali, {{Pg|392|t. V, p. 392.|sdV}} Martiri e reliquie favolose, {{Pg|392|t. V, p. 392.|sdV}}
''Giudizii'' di Dio. I Magistrati usavano nell’incertezza della testimonianza colle famose prove del fuoco e dell’acqua, {{Pg|117|t. VII, p. 117.|sdVII}}


{{Sc|Mascezel}}, figlio di Nabello affricano, {{Pg|33|t. VI, p. 33.|sdVI}} Riporta una vittoria facile, completa e quasi senza effusione di sangue, {{Pg|36|t. VI, p. 36.|sdVI}} Accoglienza da lui avuta alla Corte di Milano, {{Pg|39|t. VI, p. 39.|sdVI}} Rimane infelicemente annegato, {{Pg|39|t. VI, p. ''ivi''.|sdVI}}
''Giudizii'' del popolo. I cittadini di Roma e di Atene in materia criminale venivano giudicati dal popolo, {{Pg|269|t. VIII, p. 269.|sdVIII}}


{{Sc|Giulia}}, l’Imperatrice, moglie di Settimio Severo. Sue eccellenti qualità, {{Pg|189|t. I, p. 189.|sdI}} S’applicava alle lettere ed alla filosofia, {{Pg|190|t. I, p. 190.|sdI}} È assassinato nel suo palazzo, da Caracalla, Geta suo figlio, ed ella stessa vien ferita in una mano, volendo salvarlo, {{Pg|198|t. I, p. 198.|sdI}} Giulia è costretta a ricevere l’assassino con sorriso di approvazione e di gioia, {{Pg|200|t. I, p. 200.|sdI}} Ridotta, dopo la morte di Caracalla, alla condizione di suddita, con volontaria morte pon fine all’umiliante sua dipendenza, {{Pg|211|t. I, p. 211.|sdI}}
<p>{{Sc|Massenzio}}, figlio di Massimiano. Dichiarato Imperatore di Roma, {{Pg|184|t. II, p. 184.|sdII}} Rifiuta la perfida amicizia di Galerio, Imperatore d’Oriente, {{Pg|189|t. II, p. 189.|sdII}} Sua tirannide nell’Affrica e nell’Italia, {{Pg|199|t. II, p. 199.|sdII}} Guerra civile tra lui e Costantino, {{Pg|202|t. II, p. 202.|sdII}} Indulgenze e timori di Massenzio, {{Pg|211|t. II, p. 211.|sdII}} Sua morte, {{Pg|215|t. II, p. 215.|sdII}} {{AltraColonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>Distruzione della sua stirpe, {{Pg|216|t. II, p. 216.|sdII}} Persecuzione de’ Cristiani sotto questo principe, {{Pg|98|t. III, p. 98.|sdIII}}</p>


{{Sc|Massimiano}}. Associato all’Impero da Diocleziano, {{Pg|145|t. II, p. 145.|sdII}} Sua lunga assenza da Roma, {{Pg|146|t. II, p. 146.|sdII}} Sua residenza in Milano, {{Pg|147|t. II, p. 147.|sdII}} Circo, teatro, zecca, palazzo, bagni fondati in questa città da Massimiano, {{Pg|147|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Estingue il pericoloso spirito d’indipendenza, {{Pg|149|t. II, p. 149.|sdII}} Usurpa, se non gli attributi, i titoli della divinità, {{Pg|153|t. II, p. 153.|sdII}} Rinunzia di Massimiano alla imperiale dignità, contemporanea a quella di Diocleziano, {{Pg|161|t. II, p. 161.|sdII}} Suo feroce carattere, {{Pg|161|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Riveste la porpora, {{Pg|185|t. II, p. 185.|sdII}} Arruola un numeroso corpo di Mori per la sua guerra Affricana, {{Pg|186|t. II, p. 186.|sdII}} Conduce a Roma prigioniero Severo, {{Pg|187|t. II, p. 187.|sdII}} Dà sua figlia Fausta in moglie a Costantino, e gli conferisce il titolo d’Augusto, {{Pg|187|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Difende l’Italia invasa da Galerio, {{Pg|188|tom. II, p. 188.|sdII}} Massimiano si rifuggia nella Corte di suo genero Costantino, {{Pg|194|t. II, p. 194.|sdII}} Sparge artificiosamente rumore sulla morte di Costantino; occupando il suo trono, procura di svegliare una ribellione, {{Pg|194|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Segreta ma irrevocabil sentenza di morte contro di lui, {{Pg|197|t. II, p. 197.|sdII}} Stato de’ Cristiani sotto il
{{Sc|Giuliano}}, Didio, ricco Senatore, compra l’Impero dai Pretoriani, {{Pg|160|t. I, p. 160.|sdI}} È riconosciuto dal Senato, {{Pg|160|t. I, p. ''ivi''.|sdI}} Prende possesso del