Sparso il crin di fioretti di ginestra
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Filippo Leers
IX
Sparso il crin di fioretti di ginestra,
Cieco d’amor, più che non son le Talpe;
Così l’aria intronò con voce alpestra,
Uom ne le membra imitator de l’Alpe.
5O ch’apra il Sol l’oriental finestra,
O che s’appiatti là di retro a Calpe,
O ch’io vada, o ch’io seggia, Amor la destra
Arma di spiedo, e ’l cor mi lima e scalpe.
Quindi il mio ciglio che splendea sì lustro,
10Fatt’è per Galatea nubilo e fosco
Perpetuamente o sia caligo, o lustro.
Il mar, le rive, la montagna e ’l bosco
Fann’eco al pianto mio, già cade un lustro,
E l’Empia dice ancor: non lo conosco.