Sparsi sangue ed inchiostro, e in ciel straniero
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Questo testo fa parte della raccolta Giuseppe Artale
XV
EPITAFFIO A SE STESSO
Sparsi sangue ed inchiostro, e in ciel straniero
diedi d’alte speranze ésca al desio;
ma invan, ché fei sotto Saturno austero,
martire del destin, ritorno a Dio.
Or di quel ch’io girai doppio emisfero,
e del mare e del suol vario e natio,
tanto mar, tanto suol converso in zero,
questo zero mi chiude, e questo è il mio.
Cosí, se nel tenor d’aspra sventura
non posai vivo, a la fatal partita
presto a l’ossa riposo in sepoltura.
Riposo, e non mi svegli alma imperita;
ch’io temo, oimè, l’immortal mia sciagura
non torni a l’ire, e mi richiami in vita.