Sopra due rarissime medaglie mediche milanesi

Carlo Decio

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SOPRA DUE RARISSIME


MEDAGLIE MEDICHE MILANESI





Intento da parecchio tempo a raccogliere materiali per una pubblicazione storica sull’ostetricia milanese, rinvenni nella Numismatica (come scienza ausiliare a tal genere di ricerche), alcune interessanti particolarità circa due medaglie mediche milanesi pochissimo note, di cui una oggigiorno probabilmente dispersa, le quali appunto mi spinsero a questa breve comunicazione, che se dal titolo a tutta prima potrà sembrare strana ai lettori della Rivista Numismatica e più strana ancora per esserne profano lo scrittore, tuttavia nutro lusinga ch’essa potrà riuscire di qualche interesse.

Le medaglie di cui verrò ragionando, ricordano due celebri ostetrici che professarono la loro arte in Milano, l’uno nella seconda metà del secolo scorso, l’altro per pochi anni soltanto al principio di questo.

Fu il primo quel Bernardino Moscati, che chiamato da Pisa nel 1735 (ov’era pubblico incisore di notomia) dai reggitori del nostro Maggiore Ospitale, quivi fu eletto alla carica di chirurgo maggiore ed incisore notomico, vacante per la morte del chirurgo Giuseppe Marinoni. L’indole di questo periodico non consente che io mi diffonda in dettagli biografici; basterà solo che accenni come a buon diritto dagli storici egli sia considerato quale il vero riformatore della chirurgia e della ostetricia milanese. Mercè la sua iniziativa Milano già nel 1760 potè vantare l’insegnamento Ostetricie fra le mura dell’Ospitale Maggiore, di guisa che, in tutta Italia, la metropoli Lombarda fu seconda soltanto a Bologna nella cattedra di questo ramo dello scibile medico; insegnamento, che sette anni dopo doveva vestire per breve tempo. [p. 126 modifica]carattere ufficiale mercè le larghezze dell’Imperatrice Maria Teresa. Giubilato il Moscati nel 1772 dopo 37 anni di esercizio prestato con assiduo zelo, gli successe il non meno celebre figlio Pietro, che fin allora aveva coperto due cattedre nella vicina Università Ticinese. A questi noi andiamo debitori della effigie di Bernardino, giacché nel 1795 gli dedicava una medaglia che qui sotto riproduco in ridotte proporzioni da un gesso gentilmente favoritomi dall’egr. Prof. Solone Ambrosoli, conservatore del Gabinetto Numismatico di Milano. La Medaglia originale misura 89 mill. di diametro, è fusa, in bronzo dorato; il fondo tanto del diritto quanto del rovescio non è liscio, ma scabro. Sul diritto scorgesi di profilo l’effige di Bernardino Moscati. Giro giro al bordo leggesi: BERNARDINVS · MOSCATI · AETAT · ANN · LXXXVIII · Sul rovescio, circondate da una corona di foglie di quercia, le parole: CHIRVRGO · CIVI · PATRI · OPTVMO · VIVENTI · PETRVS · FILIVS · MDCCVC.

Essa invero nulla ci offre di notevole dal lato artistico, ma la leggenda che scorgiamo al rovescio, commovente, direi quasi, nella affettuosa semplicità di quelle parole dettate dall’amor figliale, sorriso dalla veneranda canizie paterna, compensa di gran lunga il difetto dei pregi intrinseci di quella medaglia, che probabilmente d’indole tutt’affatto privata, fu offerta a Bernardino Moscati in occasione di qualche domestica allegrezza, forse anco nell’ottantottesimo suo compleanno, quando il figlio Pietro avea già varcato l’undecimo lustro.

[p. 127 modifica]Forse appunto questo carattere intimo dà ragione della estrema rarità della medaglia, (di cui probabilmente vennero eseguiti pochissimi esemplari), giacché oltre a quello che si conserva presso il Gabinetto Numismatico di Milano, io non credo ne esista altro, all’infuori di quello posseduto dal distinto collettore triestino Dott. Brettauer. Essa non è ricordata da verun catalogo od indice speciale; e, ch’io mi sappia, fu solo incidentalmente menzionata dal Verga in una pubblicazione nella quale è inserita la biografia del Moscati1.


Nell’anno 1807, il Dott. Paolo Assalini nativo di Reggio nell'Emilia, già chirurgo del Duca Ercole III (Estense) e poscia chirurgo maggiore della Guardia Consolare, cavaliere della corona di Ferro, della Croce della Legion d’Onore, e primo chirurgo di Napoleone, chiaro per alcune pubblicazioni mediche premiate dall’Accademia di Francia, succedeva al celebre G. Battista Monteggia nella carica di chirurgo ostetricante nella pia casa di S. Caterina alla Ruota in Milano, mentre nella stessa città già copriva la cattedra di chirurgia presso l’Ospedale Militare di S. Ambrogio2.

Il Manzini, uno de’ suoi più esatti biografi, ci informa come la scolaresca che avida accorreva ad udirlo, in segno di pubblico affetto e venerazione, lo onorasse di una bellissima medaglia colla iscrizione: ISTITVTORI · OPTIMO · TYRONES · ANNO · MDCCCXI · PROFEREBANT · VLTRO da un lato, e dall’altro il suo ritratto in rilievo colle parole: ASSALINI REG CHIRIATER · CLINICVS · XENODOCHII · MILIT · MEDIOL, ma nulla aggiunse circa l’origine di tale notizia ed alla fine del capitolo, soffermandosi a considerare i lineamenti della persona effigiata, senza però riprodurla, lasciava supporre a tutta prima aver egli stesso veduto quella medaglia, che diceva altresì incisa da B. Bordiga.

[p. 128 modifica]Esaurite indarno molte ricerche presso parecchi musei d’Italia e dell’Estero, nei quali presumibilmente potevasi ritrovare la detta medaglia (che d’altronde al pari di quella del Moscati, non figura menzionata da alcuna pubblicazione d’indole numismatica o medaglistica, e che rilevai essere sconosciuta alle persone studiose della materia, che io ebbi interpellate), volli consultare tutte le opere dell’Assalini stesso, allo scopo di trovarvi qualche notizia riguardante l’argomento che ci occupa.

Se non che il risultato delle mie indagini riuscì perfettamente negativo. Quando un mio congiunto, il Nob. Sig. G. Battista Mauri Mori di Napoli, cui rendo qui pubblicamente le mie più vive azioni di grazie, rovistando fra i volumi di quella Biblioteca Nazionale mi faceva noto di aver trovato un’opera di un tal Dott. Placido Pertol3, in testa alla quale figura una finissima tavola incisa in rame, su cui è rappresentato un

[p. 129 modifica]lato della medaglia coll’effigie dell’Assalini, e che senza la minima ombra di dubbio (per altre peculiarità di minor conto), deve essere ritenuta come la fonte da cui attinse il Manzini.

Nella incisione originale la medaglia misura 11 centimetri di diametro, giro giro al contorno nella parte alta, leggonsi le parole più sopra ricordate, e che dovevano figurare al rovescio; in basso a sinistra, con carattere corsivo: Gigoli disegnò, a destra B. Bordiga incise. Più sotto ancora la stessa tavola ci rappresenta tanto il diritto quanto il rovescio di un’altra medaglia, conferita al merito dell’Assalini dalla R. Accademia di Londra nell’anno 18144.

L’assoluto silenzio dei cataloghi della materia, silenzio strano trattandosi di una medaglia appartenente ad un’epoca a noi relativamente vicina, non che la mancanza di qualsiasi esemplare nelle molteplici collezioni, potrebbe giustificare la seguente domanda.

L’incisione che vediamo nell’opera del Dott. Pertol, fu realmente copiata dalla medaglia, oppure essa non ci rappresenta altro che il disegno per la detta medaglia, la quale potrebbe anche non essere mai stata coniata?

Anche la medaglia di Bernardino Moscati non è citata da alcuno, sebbene esista realmente, e d’altronde non è possibile che di quella dell’Assalini sia stato eseguito un solo esemplare? Non è possibile che essa sia stata fusa, anziché coniata, e poscia lavorata a cesello costituendo, direi quasi, un oggetto d’arte più che una vera medaglia di conio?

In tal modo resterebbe in parte spiegata la sua estrema rarità, e forse anche la odierna sua dispersione.

Io inclino a credere che la medaglia abbia realmente esistito, giacché altrimenti non sarebbe agevole spiegare come mai il Dott. Placido Pertol nel 1818 trovasse conveniente, e potesse far riprodurre quella immagine, la quale starei per dire, ricordava un fatto che in realtà non era accaduto; nel mentre che l’altra medaglia della R. Accademia di Londra (figurante sulla medesima tavola), sulla quale non può [p. 130 modifica]levarsi eccezione alcuna, ben ci dimostra che l’artefice l’ha incisa dal vero.

Se non che qui potrebbe sorgere un’altra obbiezione. L’opuscolo del Dott. Pertol fu edito in Napoli nel 1818. L’annessa tavola in rame è opera di Bordiga incisore milanese. Assalini dopo il 1811 aveva lasciato definitivamente Milano. Come mai in allora potè il Bordiga raffigurare oltre che il medaglione, anche la medaglia di Londra conferita all’Assalini nel 1814?

Noi sappiamo che l’Assalini in quell’epoca erasi stabilito nei dintorni di Napoli. Fu forse napoletano il disegnatore Gigoli? Potè questi dal vero disegnare le medaglie; e forse furono quei disegni spediti a Milano, a ciò fossero tradotti sul rame per opera di quello stesso Bordiga, il quale come incisore in acciaio fino dal 1811 potè eventualmente avere avuto parte nella lavorazione del conio, o nella cesellatura dell’originale fuso anzichè coniato?

Lascio insolute le ipotesi nella tema di sentirmi ripetere ciò che già disse Apelle al ciabattino. Ai cultori della medaglistica spetta ora di risolvere la questione coll’acume critico, che solo può essere posseduto da colui, il quale di continuo si adopera intorno ad uno speciale obbietto.

Io sarò pago, se avrò potuto portare nel campo delle loro investigazioni un argomento che parmi interessante dal lato storico, e che direttamente tocca la nostra città natale.

Milano, Gennaio 1898.

Dott. Carlo Decio.


Note

  1. Verga A., Intorno all’Ospitale Maggiore di Milano nel sec. XVIII, in Gaz. Med. Ital. Lombardia, Serie VI, Tomo IV, Anno 1871.
  2. Manzini E., Memorie storiche dei Reggiani più illustri nelle scienze, nelle lettere e nelle arti, dal 1768 al 1875. — Reggio Emilia, Tip. Degani e Gasparini.
  3. P. Pertol (Lettera di): Per l’uso dei nuovi stromenli di Ostetricia, coll’aggiunta dell’opuscolo del Prof. P. Assalini intitolato: Ricerche sulla pupilla artificiale, Napoli 1818, Tipografia Vincenzo Lipomi. Pochi giorni dopo aver ricevuta la notizia da Napoli, il Prof. Naborre Campanini di Reggio Emilia, gentilmente mi inviava un esemplare di una incisione, che riconobbi poscia essere la stessa della citata opera del Dott. Pertol, da me veduta presso la Bibl. Braidense inviatami dietro richiesta dalla Nazionale di Napoli, e che pensai di riprodurre in proporzioni minori.
  4. Da un lato porta l’effigie di Mercurio e di Minerva colle parole Arts and Commerce Promoted, dall’altro To Paul Assalini. M. D. 1814 for important improvements in Surgery.