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126 | carlo decio |
carattere ufficiale mercè le larghezze dell’Imperatrice Maria Teresa. Giubilato il Moscati nel 1772 dopo 37 anni di esercizio prestato con assiduo zelo, gli successe il non meno celebre figlio Pietro, che fin allora aveva coperto due cattedre nella vicina Università Ticinese. A questi noi andiamo debitori della effigie di Bernardino, giacché nel 1795 gli dedicava una medaglia che qui sotto riproduco in ridotte proporzioni da un gesso gentilmente favoritomi dall’egr. Prof. Solone Ambrosoli, conservatore del Gabinetto Numismatico di Milano. La Medaglia originale misura 89 mill. di diametro, è fusa, in bronzo dorato; il fondo tanto del diritto quanto del rovescio non è liscio, ma scabro. Sul diritto scorgesi di profilo l’effige di Bernardino Moscati. Giro giro al bordo leggesi: BERNARDINVS · MOSCATI · AETAT · ANN · LXXXVIII · Sul rovescio, circondate da una corona di foglie di quercia, le parole: CHIRVRGO · CIVI · PATRI · OPTVMO · VIVENTI · PETRVS · FILIVS · MDCCVC.
Essa invero nulla ci offre di notevole dal lato artistico, ma la leggenda che scorgiamo al rovescio, commovente, direi quasi, nella affettuosa semplicità di quelle parole dettate dall’amor figliale, sorriso dalla veneranda canizie paterna, compensa di gran lunga il difetto dei pregi intrinseci di quella medaglia, che probabilmente d’indole tutt’affatto privata, fu offerta a Bernardino Moscati in occasione di qualche domestica allegrezza, forse anco nell’ottantottesimo suo compleanno, quando il figlio Pietro avea già varcato l’undecimo lustro.