Sonetti romaneschi (1998)/Le catacomme I
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Le catacomme1
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Indov’antro2 c’a Rroma se pò vvede 3
le cacatomme de San Zebbastiano,
dove una vorta er popolo cristiano
fesce a nnisconnarello4 pe la fede?
5
In cuer zagro Arberinto,5 chi cce crede,
trova d’erliquie6 un cimiterio sano:
e cqui abbusca uno stinco, e llí una mano,
llà un osso-sagro, e una ganassa, e un piede.
Dov’è er lume perpetuo che sse smorza
10ar zentí ll’aria,7 llí ss’ariccapezza
corpi-santi da venne8 e empí lla bborza.
Si un schertro9 nun è ttutto, s’arippezza;
e cquanno è ffatto un martire pe fforza,
indovinela-grillo,10 e sse bbattezza.
Roma, 26 gennaio 1833
Note
- ↑ Le famose catacombe romane: antiche cave di pozzolana servite di rifugio ai primitivi cristiani nelle persecuzioni de’ gentili.
- ↑ Altro.
- ↑ Si può vedere.
- ↑ Il «nascondarello» è un giuoco di fanciulli.
- ↑ Laberinto.
- ↑ Reliquie.
- ↑ Le lucerne di terra cotta che trovansi ne’ sepolcri, chiamate volgarmente «lumi perpetui», credonsi dai romaneschi e da moltissimi romani arder sempre fino al momento che sentano il contatto dell’aria: e così, al primo aprirsi di uno di que’ sepolcri, s’immaginano di vedere il fumo della fiamma allor’allora spenta.
- ↑ Vendere.
- ↑ Se uno scheletro.
- ↑ L’Indovinala-grillo è un libretto di sorti o vaticinj molto riputato in Roma.