Sonetti romaneschi (1998)/Gobbriella

Gobbriella

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Gnente de novo L'affare der fritto

 
     Che ggobb’è2 ttanta ggente? Eppuro, Cola,
cuer Zeta3 llí, cquer ciníco4 de donna
chi ddiría5 mai ch’è ttanta fijjarola 6
che li pisscia a bbizzeffia da la monna?
              5
     M’aricordo cuann’era primarola: 7
noi pregamio8 Sant’Anna e la Madonna;
e llei ’n d’un Credo,9 e cco una dojja sola,
bbuttò ggiú la cratura e la siconna. 10
              
     Cuanno è ggràdiva11 lei, sai che ddiventa?
10un tommolo,12 e in zur fà13 dde gomma lastrica 14
la panza je fa ttrippa15 e sse sbrillenta. 16
              
     Nu la guardà ssi è rridotta a mmar-termini: 17
nun zò stati li parti, ma una castrica 18
che ll’ha ffatta arrestà19 ppiena de vermini.


Roma, 1° febbraio 1833


Note

  1. Nome che si dà per ischerno a chi ha la gobba.
  2. Espressione pure di scherno, perché quasi omofona con «che rob’è». etc.
  3. Persona storta come la lettera Z.
  4. Briciolo.
  5. Direbbe.
  6. Feconda.
  7. Primípara.
  8. Pregavamo.
  9. Nel tempo che può recitarsi un Credo.
  10. La seconda: placenta.
  11. Gravida.
  12. Tombolo.
  13. In sul fare.
  14. Elastica.
  15. Fa sacco: si rilascia.
  16. Vedi la nota antecedente.
  17. A mal termine.
  18. Gastrica.
  19. Restare.