Sonetti romaneschi (1998)/Er fervorino de la predica

Er fervorino de la predica

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Er dua de frebbaro Er festino de ggiuveddí ggrasso

 
     Ner fervorino, a sserví bbene Iddio
e inziememente1 sparaggnasse2 er fiato,
sapete che sse3 fa, ppadre curato?
Nu lo sapete? Ve l’inzeggno io.
              5
     Se comincia a strillà: «Ppopolo mio,
eccolo cqua, cquer Cristo disgrazziato.
Lo vedete si4 ccome è ddiventato
che nun pare ppiú llui?». E sto pío-pío 5
              
     s’allonga inzino che la ggente piaggne.
10Allora abbasta a spalancà la bbocca
e cco le bbraccia a ffà spazzacampaggne.
              
     Accusí er prete, che nun è ccojjone,
scanza fatica; e cquela ggente alocca
li verzacci6 li pijja pe rraggione.7


6 febbraio 1836


Note

  1. E insieme.
  2. Risparmiarsi.
  3. Si.
  4. Se.
  5. Questo cicaleccio.
  6. Versacci per «visacci», «gestacci sconci».
  7. Li piglia per ragioni. Così usava il R.mo Missionario apostolico Monsign. Giardoni. Allorché il popolo compunto gridava Misericordia, egli continuava la mimica di braccia e di bocca; e il popolo diceva: è vero, Gesù mio, è vero.