Sonetti romaneschi (1998)/Er festino de ggiuveddí ggrasso

Er festino de ggiuveddí ggrasso

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Er fervorino de la predica Er giuvveddí santo

 
     Tra ttante secchità,1 ttra ttanti ggeli,
essenno2 nescessario un po’ de callo, 3
ggiuveddí a ssera sc’è4 un festin de bballo
drento a la frateria de la Resceli. 5
              5
     Dove stroppieno in Coro li Vangeli,
fra Ffottivento e ’r Padre Bbuggiarallo
accoppieranno una gallina e un gallo
tra li frati pelosi e ssenza peli.
              
     Accoppiati un patrasso e un fratiscello,
10s’uprirà a ssòno d’orgheni6 er festino
co la lavannarina e ’r sartarello. 7
              
     Se bballerà ttutta la notte, inzino
ch’er Generale a ssòn de campanello
rifarà ttutti maschi a mmatutino.


Roma, 25 gennaio 1833


Note

  1. Siccità.
  2. Essendo.
  3. Caldo.
  4. C’è.
  5. Il Convento di S. Maria in Ara-Coeli degli zoccolanti, sul Campidoglio, dov’era il tempio di Giove Capitolino.
  6. Vedi, per la intelligenza di questo passo, il Sonetto... verso...
  7. La lavandarina e il saltarello, due specie di balli popolari.