Sonetti romaneschi (1998)/Er Zenator de Roma
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Er Zenator de Roma
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Davanti a la ferrata,1 indove è un mese
ch’io pe ddebbiti aggnede carcerato, 2
stammatina a bbon’ora m’ha affermato 3
un todescotto che mm’è pparzo ingrese.
5
Disce: «Cual’è er palazzo der Zenato?».
Dico: «Me pare cuesto ar mi’ paese». 4
Disce: «Cuant’anni sò5 cch’è ffrabbicato?».
Dico: «Da la repubbrica francese».
Ma ssò ccuriosi assai sti furistieri!
10Disce: «Come se chiama er Zenatore?».
Dico: «Se chiama Don Palazzo Artieri». 6
Disce: «E cche uffiscio tiè cquesto Signore?».
Io la finii allora: «Ha ddu’ mestieri:
lava le mano ar Papa7 e sta a l’odore».8
Roma, 18 gennaio 1833
Note
- ↑ Inferriata.
- ↑ Nel piano terreno del Palazzo Senatorio sono le carceri pe’ debitori.
- ↑ Fermato.
- ↑ Al mio paese: così dice chi crede che la cosa in questione debba esser già chiara.
- ↑ Sono.
- ↑ Don Paluzzo Altieri, principe romano. Il Senatore dovrebb’essere un estero, ma dal M.se Patrizi, antecessore del vivente, si è derogato alla costumanza.
- ↑ Nelle Cappelle papali.
- ↑ «Stare all’odore» è frase esprimente ogni specie di esclusione.