Sonetti romaneschi (1998)/E poi?

E poi?

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Ciancarella Er canto provìbbito

 
     Chi ffiotta, chi pperzeguita, chi intiggna, 1
chi mmaneggia la crosce e cchi er cortello,
chi pperde la pascenza e cchi er ciarvello,
chi rresta iggnudo e cchi ingrassa la viggna. 2
              5
     Tratanto er Zanto-padre, poverello,
è la stanga-de-mezzo,3 e ssi la sbiggna
d’appricà er piommacciolo4 a sta sanguiggna,
dite puro5 c’ha in culo farfarello. 6
              
     Coll’aco, co le forbisce e la stoppa,
10oggi er Papa è un’ebbrea7 che ccusce e ttajja,
e cqua mmette una pezza e llà una toppa.
              
     Ma ccome acconcerà ttanta canajja?
Vattel’a ppesca!8 La caggnara è ttroppa.
Quint’azzecca:8 indovina indovinajja.


Roma, 27 gennaio 1833


Note

  1. Intignare: ostinarsi.
  2. «Essere una vigna» vale: «aver buon tempo». «Ingrassar la vigna», cioè «utilizzare».
  3. «Stanga di mezzo» dicesi di chi trovasi a ricevere l’urto di due contendenti.
  4. Piumacciuolo.
  5. Pure.
  6. Lo aiuta il diavolo.
  7. Le donne ebree racconciano i vecchi panni.
  8. 8,0 8,1 Vàttelo a pescare: quinto azzecca: indovina indovinaglia: tre modi di esprimersi allorché trattasi di un dubbio avvenire.