Sonetti romaneschi (1998)/Ciancarella

Ciancarella

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Chi ssì e cchi nnò E poi?

 
     Cosa dite?! Io sposà cquela zoppaccia?!
Che?! a mmé cquer Toto-tuppete?1 sbajjate:
vojjo stajole2 dritte io pe annà a ccaccia:
me piasceno le scianche3 arissettate. 4
              5
     Avanti de pijjà ste ssciabbolate 5
io me vorebbe6 fà ssegà le bbraccia:
vorebbe prima un’indurgenza in faccia
co mmille quarantine7 de sassate.
              
     Nu la vedi, per cristo, come ggioca
10de griffo e dde risbarzo8 sta naticchia? 9
nu la vedi, per dio, come arïoca? 10
              
     Nu le scibba11 mïodine12 ste freggne
che cce vojji13 la zeppa e la cavicchia
pe mmetteje d’accordo er zalissceggne.14


Roma, 19 gennaio 1833


Note

  1. Far tuppete, cioè cadere. Toto tuppete dicesi a chi cade.
  2. Staggi di reti: qui «gambe».
  3. Gambe.
  4. Rassettate, composte.
  5. Sciabla per «gamba torta».
  6. Vorrei.
  7. Sono assai note le romane indulgenze di «tanti anni e altrettante quarantene».
  8. Giuocare di posta e di balzo: metafora presa dal giuoco della palla: qui «andar balzellon balzelloni».
  9. ...
  10. «Riocare», per «ripetere il già fatto»: translato tolto dal così detto e stampato nobile et diletteuole givoco dell’ocha.
  11. «Cibarsi una cosa»: sorbirsela: prenderla suo malgrado.
  12. La mia persona.
  13. Ci voglia.
  14. Saliscendo.