Sonetti romaneschi (1998)/Er canto provìbbito

Er canto provìbbito

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E poi? Er capezzale

 
     Sta in priggione, ggnorzí,2 ppovero storto!
Io da l’abbíle3 sce faría4 la bbava.
Sta in priggione: e pperché? pperché ccantava
jer notte: Maramào, perché ssei morto. 5
              5
     Ebbè? ssi6 è mmorto er Papa? e cche cc’entrava
de dì cche ccojjonassi7 er zu’ straporto? 8
E cché! ttieneva l’inzalata all’orto
er Zanto-Padre? e cché! fforze9 maggnava?
              
     Teste senza merollo:10 idee brislacche. 11
10Duncue puro a ccantà cce vò er conzenzo
de sti ssciabbolonacci a ttricchettracche!
              
     Io me sce sento crèpa12 da la rabbia.
«Ma», ddisce, «è bben trattato»: eh, bber compenzo
d’avé la canipuccia e dde stà in gabbia.


Roma, 11 febbraio 1833


Note

  1. Proibito.
  2. Gnorsì: signor sì.
  3. Bile.
  4. Ci farei.
  5. Antica canzone volgare: Maramao, perché sei morto? / Pane e vin non ti mancava: / L’insalata avevi all’orto: / Maramao, perché sei morto?
  6. Se.
  7. Schernisce.
  8. Trasporto.
  9. Forse.
  10. Midollo.
  11. Stravaganti.
  12. Modo d’ingiuria, invece di dire «io mi sento crepare».