Sonetti XIV sopra il Pater noster/Sonetto XIII
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SONETTO XIII.
Sed libera nos a malo.
Ma che dich’io? quanto vaneggio? io sono
Debile è ver: ma ben tu se’ il possente.
Deh non vacilli più l’egra mia mente.
4Che tutto può della tua grazia il dono.
Sopra il lor naturai vigore, e tuono
Aiutate da te veracemente
Che tutte hai l’arti a nostro prode intente
8Le nosrre forze tentate non sono.
Ben dal Ciel discacciato il rio maligno
Spirto avversario ogni malizia adopra
Per far cader ne’ suoi lacciuoli l’alma.
12Dio ver me volgi l’occhio tuo benigno:
Creatore, deh salva la tua opra,
E sul malvagio, o Sire, abbi la palma.