Sonetti XIV sopra il Pater noster/Sonetto XII
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SONETTO XII.
Et ne nos inducas in tentationem.
Vedi,o Signor, che debili armi, e frali
Sono le mie contva le insidie inferne,
E come le ribelli forze interne
4Sieno all’anima stessa aspre, e mortali.
Nel fango immerse ha l’alma le sue ali,
Vinto è da ciò che vuol ciò che discerne;
L’alma fitta sul suolo le superne
8Cose a scorger non vale, ed immortali.
Tu l’ignoranze mie, tu la sciocchezza
Mia, pur, sai tutta; ed uom di carne, e d’ossa
Come alma tenga al peggio inchina, e avvezza .
12Che fia dell’alma d’ogni virtù scossa?
Armi di vetro aspro nemico spezza:
Lungi lungi cimenti di mia possa.