Sonetti XIV sopra il Pater noster/Sonetto III
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SONETTO III.
Città quì non abbiam stabile e ferma;
Nella città di Dio son nostri onori.
Da cui guerra, e tumulto alberga fuori,
4Dalle nostre follie e scevra, ed erma.
Ma non rimira nostra mente inferma
Altro che oggetti di terrestri amori:
Ne si levan dal fango i nostri cuori:
8Sulla terra il pensier s’affissa, e ferma .
Al Cielo, al Cielo, o alma; le divine
Doti adora del tuo Padre celeste
Colle ginocchia della mente inchine.
12E chi tra queste forti aspre . tempeste
Fuor che il Padre del Ciel, e in queste spine.
Di speranza di gloria ti riveste?