Massimiliano Sforza figliuol di Lodovico il Moro fu allevato con Francesco suo fratello in Fiandra; e dopo molte rivoluzioni del suo stato fu finalmente da Carlo V imperatore, piuttosto come suo fattore a riscuoter l’entrate, che come duca rimesso nel ducato. Fece guerra contra i Francesi a Novara, nella quale si portò tanto valorosamente che vinse i nemici, riportandone onorata vittoria. Bene è vero che veduti Mons. della Tramoglia e il Triulzio capitani dei Francesi, i quali avevan fatto prigione Lodovico suo padre, egli fu sopraggiunto da fatal paura e spavento, quasi che ancora a lui sopra stesse il medesimo destino. In questo modo confermato per tal vittoria nello stato, si portò come signore fino alla venuta del re Francesco primo di Francia, che pretendendo ragione in quello stato, venne per acquistarselo. Questo re, fatto prigione Prospero Colonna alle radici del Monginevra, commise poi un notabil fatto d’arme cogli Svizzeri del duca presso Milano1; dove essendo riuscito vittorioso e avendo conquistato Milano, assediò il duca nel castello con tanti artificj di mine inventate dal Navarro, che il duca dubitando anco di tradimento, fu costretto a rendersi con patto che in Francia gli fosse onoratamente provvisto del suo vivere. In questa guisa venne in mano del re Francesco l’anno 1515 il dì di Santa Croce, il qual re clementissimo e liberale gli concesse di provisione annuale trentaseimila scudi, facendolo piuttosto osservare che tenere in prigione. In tale stato si morì di febbre nell’altrui patria, mentre che Francesco suo fratello rimesso, in luogo di lui da papa Leone, era combattuto da Carlo V e difeso da papa Clemente VII. Fu d’ingegno stupido e goffo, e con pensieri spesse volte pazzi e sciocchi, e se talora dava segno di prudenza, era così fugace e instabile che non riusciva bene. Dimostrò animo sospettoso e debol memoria: ma fu per lungo tempo così sordido della vita sua, che punto non si mutava di camicia né d’altri panni bianchi puzzando con odor reo e disonesto, ed essendo co’ capelli lunghi e senza mai pettinarsi pieno di pidocchi. Né gli giovarono punto gli avvisi de’ camerieri o delle gentil donne, finché Prospero Colonna, Raimondo Cardona e il cardinal di Sion con illustri conforti l’ammonirono a star pulito e netto. Fu molto soggetto agli umori malinconici, e per molti fu creduto ch’ei fosse stato con malìe e con incanti guasto e affaturato: ma chiara cosa è ch’egli odiando in secreto Francesco suo fratello, ch’era prudente e savio, né d’aspetto né d’ingegno, punto non assomigliò agli Sforzeschi suoi maggiori. Fu Massimiliano creato duca Fanno 1512 del mese di dicembre. Fu cacciato l’anno 1515 del mese di settembre e morì in Francia l’anno 1530. Vedi il Supplemento delle Cronache lib. 16.
Note
- ↑ Cioè la rinomata battaglia di Marignano, ch’ebbe luogo nel 1515, e che il Triulzio chiamò Battaglia di Giganti, la quale è meravigliosamente descritta nella Storia del Guicciardini. - Questo duca fu preso sotto la protezione dell’imperatore Massimiliano; regnò dal 1512 al 15 sul ducato; ma dopo la battaglia di Marignano cedé il suo Stato a Francesco I, e morì nel 1530 a Parigi. Il cancelliere Morone fu causa di molte sue disgrazie.