Francesco Sforza secondo figliuolo di Lodovico il Moro, essendo in età di tre anni, fu cacciato fuor di stato col padre e stette 21 anni in esilio, e spesse volte in povertà fra speranza e timore piangendo e aspettando pena degli altrui peccati. Dopo che Massimiliano suo fratello fu cacciato dello stato paterno, egli cinque anni dopo trovandosi in Trento, fu con l’armi di papa Leone X e di Carlo V rimesso in Milano avendolo anco molto amorevolmente richiamato i Milanesi, i quali odiando il dominio superbo de’ Francesi, molto più amavano quello del lor natural signore, e però discacciarono a furore Mons. di Lutrec governatore per il re di Francia con tutti i suoi seguaci per le disonestà e insolenze ch’usavano. Ma il duca spesse volte si pentì d’avere intrapreso quel carico, perciò travagliato dall’armi Francesi e trovandosi povero di denari, era perciò sforzato con spesse gravezze a taglieggiare i popoli, talché per ciò se n’acquistò l’odio de’ sudditi e quasi era bestemmiato da ognuno, vedendosi che mai non erano per aver fine le stranezze di riscuoter denari. Per questo dunque pensarono alcuni di volerselo levar dinanzi, e Bonifacio Visconti l’affrontò e ferì con un pugnal fra il collo e la spalla, ma leggermente. Diede egli fine a tre guerre con l’ajuto degl’imperiali, perciocché vinse Mons. di Lutrec alla Bicocca1, e l’ammiraglio Gofferio e gli Svizzeri al fiume Sesia; e finalmente prese Genova e domò i Genovesi. Ma nella quarta guerra essendo il re Francesco in persona stato fatto prigione sotto Pavia, egli fu accusato di tradimento dal marchese di Pescara e da Antonio da Leva, i quali dicevano che lo stato di Milano s’era acquistato all’imperatore e non allo Sforza. Perché da loro fu assediato in castello e quasi gli furon tolte tutte le città dello stato. Ma papa Clemente e i Veneziani non sopportarono quest’ingiuria, e uniti co’ Francesi fecero molte guerre contra l’imperatore. Finalmente accordate le cose e venuto l’imperatore a coronarsi in Bologna per mano del papa, fece venir quivi lo Sforza, e lo rimise in stato, dandogli per moglie Cristierna sua nipote, nata d’una sua sorella e di Cristierno re di Dazia2 il che fu l’anno 1534, ma non godé lungamente tanta felicità: perciocché venutogli male agli occhi e accrescendosegli il male, venne a morte ai 24 d’ottobre 1535. Fu aperto il suo corpo e trovatogli il cuore arido, ma gonfio. Morto il marito la sposa fu rimenata al padre, e lo stato di Milano restò a Carlo V da cui è passato, estinti i Duchi Visconti e Sforzeschi, al Cattolico Filippo re di Spagna. Fu Francesco Sforza creato duca l’anno 1521. Restituito 1530. - Vedi il Giovio, il Guicciardini, il Capella e altri3.
Note
- ↑ La battaglia della Bicocca avvenne nell’anno 1522, ove Prospero Colonna, capitano della lega, riportò una compiuta vittoria sopra i Francesi. - La Bicocca è un castello distante tre miglia da Milano, che oltre l’abitato civile, conserva ancora qualche resto di fortificazione. Fu posseduto dagli Arcimboldi, ora è della patrizia famiglia Rusca.
- ↑ Cioè di Danimarca.
- ↑ Francesco II Sforza nacque in Vigevano nel 1492; dopo la sconfitta di Marignano si ritirò in Tirolo, ove vivea esule ed oscuro. Entrò come duca in Milano nel 1522. L’anno seguente venne assalito da Bonnivet e un anno dopo da Francesco I, che s’impadronì di Milano. Ma dopo la battaglia di Pavia nel 1525 rientrò in Milano. Reso sospetto di fellonia a Carlo V, cedé il castello, e vagò per l’Italia e fuor, sinché riconciliatisi i due più gran potenti d’Europa (vale a dire Francesco I e Carlo V) alla pace di Cambrai, fece ritorno ne’ suoi Stati, e morì nel 1535. Sua moglie, Cristierna, sposò Francesco, duca di Lorena, e rimasta vedova si ritirò in Tortona, sua città dotale; e morì poi in Alessandria presso la famiglia Guasco. Così dopo 35 anni di regno, videsi spenta la famiglia Sforzesca, e il ducato di Milano cadde nelle mani degli Spagnuoli, i quali barbaramente per più di due secoli trassero all’estrema rovina non solo Milano, ma tutta la Lombardia.