Smunta le guance, e rabbuffata il ciglio
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Antonio Zampieri
III
Smunta le guance, e rabuffata il ciglio
Donna in ceffo m’apparve orrido, e bruto,
Che strazia un cuor di pietà priva in tutto,
E chiama all’opra ogni crudel consiglio.
5Duri morsi v’imprime, e fa vermiglio
Nel caldo sangue il freddo labbro asciutto:
Poi qual Tigre lo sbrana, ed in lui tutto
Immerge il crudo avvelenato artiglio.
Nè sazia ancor, con dispietato esempio
10Sparge le piaghe, che poc’anzi aprio,
Di quel che ha in seno amaro tosco ed empio
Indi a me volto il torvo sguardo, e rio:
Vedi qual, dice, io quì d’un cuor fo scempio?
Fuggi da me, che Gelosia son’io.