Se torrente spumoso

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Canzoni Letteratura Intestazione 5 gennaio 2024 75% Da definire

Se degli avi il tesor, che siccome ombra Se quel vago diletto
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni sacre di Gabriello Chiabrera


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X

PER S. MARIA MADDALENA

Strofe.
Se torrente spumoso
     Per erta via figlio di giogo Alpino
     Facesse unqua a ritroso,
     Qual meglio consigliato, il suo cammino;
     5Meraviglia profonda
     Ingombreria del montanar la fronte,
     In rimirar che l’onda
     Quasi pentita ritornasse al monte.
Antistrofe.
O tanto in ciel gradita
     10Suora di Marta, io senza frode ascolto,
     Che una stagion tua vita
     Vêr gli abissi trascorse a fren disciolto;
     E poscia in un momento
     Formasti in sulla terra orme novelle,
     15E con piume di vento
     Ti rivolgesti a sormontar le stelle.
Epodo.
Che fu ciò? Come avvenne? Alta mercede
     Talor comparte il gran monarca eterno;
     Perchè l’Uomo, vêr lui rivolto il piede,
     20Mai non si prenda la mercede a scherno;
     Sovra l’alme ostinate egli s’adira,
     Ed è caro di lui chi ben sospira.
Strofe.
Quando dunque converse
     Verso Dio Maddalena il cor pentito,
     25Ella tutto il cosperse
     Traboccando d’amor pianto infinito,
     E della chioma l’oro
     Stracciò con dura man, sacri dispregi!
     E sparse ogni lavoro,
     30Onde tanto splendeano i manti egregi.
Antistrofe.
Alla funesta Croce
     Pianse del Redentor l’aspro tormento;
     Indi corse veloce,
     Ricca di mirra, ad onorarlo spento;
     35Al fin dure ed acerbe
     L’ore passò tra’ solitarj scogli:
     Suoi conviti fur erbe,
     Sterpi suo letto, suoi piacer cordogli.
Epodo.
Ah! che secca è mia vena; ah! che non canta
     40Mia lingua, e nulla adegua il mio desire:
     Ma non ten caglia, non ten caglia, o Santa;
     Fassi in tuo pregio celebrata udire,
     Oscurando il valor del Greco Orfeo,
     L’alma cetra immortal del gran Maffeo.
Strofe.
45Alle sue nobil note
     Tutto del Vaticano eccheggia il colle,
     E rimangonsi immote
     L’aure, qualora le tue glorie estolle;
     Mio vile plettro indegno,
     50O Santa, non t’adorna e non t’onora;
     Ei tenta, e sol fa segno,
     Pur mormorando, come il cor t’adora.
Antistrofe.
Or tu che in sulle cime
     Stai dell’Olimpo, e ne passeggi i campi,
     55Venerata sublime
     Intra vivo fulgor d’eterei lampi,
     Ferma sovra esso noi
     Benigni sguardi e di pietate amici,
     E fa co’ preghi tuoi
     60Del secol nostro le stagion felici.
Epodo.
Zefiro apportator di bel sereno

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     Non sì tosto sul mar dispiega l’ali,
     Che ogni disdegno di Nettun vien meno;
     E se mosso a pietà di noi mortali
     65Superno Spirto al Redentor s’inchina,
     Suole in calma tornar l’ira divina.