Se quel vago diletto
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XI
PER LA MEDESIMA.
Se quel vago diletto,
Onde lusinga Amore,
E desïabil esca,
O se ne sparge il petto
5D’un immenso dolore,
Che sempiterno cresca,
E se mentre ei rinfresca
In disarmato seno
Lampi vivaci e dardi
10Fatti di chiari sguardi,
Infonde con la piaga empio veneno,
Oggi fia specchio, e fia sentenza egregia
L’alta bellezza che Bettania fregia.
Qual colomba vezzosa,
15Che le tenere piume
Verdeggia e porporeggia,
Or sull’ali amorosa,
Or su lucido fiume
Si specchia e si vagheggia;
20E dove selva ombreggia,
Ivi si tien felice,
Quando schiera pennuta
La gira e la saluta:
Tal già si fe’ la santa peccatrice,
25E di gaudio maggior l’alma pascea,
Quanto più fier Gerusalemme ardea.
Ma dove l’ora apparse,
Che aperse il cammin vero,
E le sbandò le ciglia,
30In altro foco ella arse,
E con miglior pensiero
L’anima riconsiglia;
La guancia, meraviglia
Già di cotanti lumi,
35Vie meno allor fiorisce;
Torbido scaturisce
Il bell’occhio seren lucidi fiumi,
E la man di quel crin fa strazio agli ori,
Che tanto dianzi strazïava i cori.
40Quivi muove veloce,
E del Maestro adora
Le santissime piante,
E mentre ei pende in croce,
Nella durissim’ora
45Ella gli fu costante.
Quanti gemiti, quante
Querele ella diffuse
In sul sepolcro aperto?
E per aspro deserto,
50Già disparito Lui, come si chiuse?
Qual ivi pianse e flagellossi poscia?
Verace Amor che non paventa angoscia.
Or su dagli alti cieli
Ella, che ben intese
55Del falso amor gl’inganni,
L’anime ne disveli,
E disgombri cortese
Nembo di tanti affanni.
Miseri noi, che gli anni,
60Nostra vera ricchezza,
Spendiamo in poca terra,
Che ne contrasta in guerra
Armata d’amarissima dolcezza,
E tra gl’incanti di nemiche Maghe
65Sì care abbiamo al cor catene e piaghe.