Se per vostro diletto, occhi, mi ardete
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V
Non si temono i tormenti d’Amore.
Se per vostro diletto, occhi, mi ardete
Con sì leggiadri giri;
E se voi, belle mani, or mi stringete
Vaghe de’ miei martiri,
5O occhi, ardetemi,
Fin che mi si distrugga il cor nel seno;
Mani, stringetemi,
Fin che ogni spirto mio si venga meno.
Nella reggia d’Amor non suol chiamarsi
10Lo strazïar fierezza,
Se innamorato cor giunge a straziarsi
Per sovrana bellezza:
L’Amante eternasi
Altero del martir nella sua morte:
15Tanto governasi
Per l’amoroso Dio mirabil Corte.
Già su cetera d’or meco il dicea
Erato co’ bei carmi,
Quando io volgendo il piè forte temea
20Risco d’innamorarmi:
Folle avvalorati,
Nè ti porga timor nome d’affanni:
Ratto innamorati,
Che paventando invan ricevi inganni.
25Geli, vampe d’ardor, sospiri, pianti,
Distruggersi, languire,
Palpitar, venir men, son per gli Amanti
Fontane di gioire.
Come ciò facciasi,
30Non è lingua mortale a dir possente:
Il creda, e tacciasi
Un’anima gentil, mentre nol sente.
Qui le labbra chiudea, che a mirar belle
Saettavano ardore;
35Ma la schiera Febea son Verginelle,
Nè mai provaro amore:
Ah, che vien cenere
Penando un Amator, benchè fedele!
Così vuol Venere
40Nata nell’Oceán, Nume crudele,