Se ci avesse alcun segnor piú campo
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Questo testo fa parte della raccolta IV. Tenzoni politiche fiorentine/V. Tenzone tra Monte Andrea, ser Cione Baglioni, ser Beroardo, Federigo Gualterotti, Chiaro Davanzati e messer Lambertuccio Frescobaldi
1 — MONTE
Nessun oppositore dell’angioino potrá mai superarlo.
Se ci avesse alcun scgnor piú campo,
che speri di volere essere al campo
con que’, c’ha ’l giglio ne l’azzurro campo,
4quanto li piace e vuol prenda del campo;
e lá, ove piú li aggrada, tenda il campo,
e lo fornisca auro piú, ch’agua, c’ha ’m Po:
di sé né di sua gente non fia campo,
8se non come contro a leone cani pò;
tal frutto rende e renderá suo campo,
chi fa sementa: ch’e’ non dice: — l’campo. —
11Ma sempre ver’li suoi nemici ha cor so,
e giá non stanca né riman nel corso;
lo ver cernisce, coni’ ciascuno è corso.
14Pallamidessc, ell’al Merlin dái corso,
s’altro ne speri, che pur quello, ch’or so,
cerniscilme, clié giá non so l’occorso.